Lara Franciosi presenta la ricerca di Christian Costa. Geografia delle Terre Emerse: Il viaggio dell’uomo alla scoperta di terre insolite e sconosciute è in realtà la ricerca di risposte e conoscenza all’interno della propria dimensione interiore. Un viaggio avventuroso sprovvisto di bussola che pochi hanno il coraggio di intraprendere. Immergersi negli abissi dell’anima per dar voce alla vocazione, al desiderio che abita ciascuno di noi, implica una perdita, uno sbandamento che dispiega le intricate vie di un labirinto sommerso, misterioso, gremito da creature oscure e spettrali che rimandano l’immagine di noi che più temiamo e con la quale dobbiamo imparare a relazionarci.
La forza creatrice del conflitto dinamico, attinge nel magma incandescente del disordine, del caos, per ricomporre il puzzle psichico svelando il potenziale non realizzato, il seme che farà sbocciare l’autenticità del fiore che nella sua diversità dovrà affermarsi.
E’ il viaggio dell’eroe per antonomasia, descritto da Omero, intriso di fatica e patimento, costellato di insidie e pericoli, colmo di rinunce e sacrifici. Ulisse, il protagonista, è costretto a focalizzarsi su di sè, spogliandosi del superfluo fardello delle sue vacue ambizioni, impegnato in lotte impari che lo consumano, costretto a perdere anche i suoi compagni di viaggio. E in questo travagliato percorso, che è una vera e propria prova di conoscenza, che si sviluppa attraverso la sfida all’ignoto, al nuovo, al diverso, scopre la sua identità vera, acquisisce saggezza e fa ritorno in patria trasfigurato nell’animo e maggiormente padrone di se stesso. Ulisse rispecchia l’uomo che afferma la propria individualità di cui ognuno è portatore. Nel “gioco” della vita, la gioia e la felicità che immaginiamo, non sempre corrispondono ai nostri desideri più profondi, molto spesso rimaniamo avvinghiati nella ragnatela cristallizzata dei dettami del collettivo, accettando passivamente le pressioni esterne che vorrebbero annullarci nell’anonimato generale. Infrangere questa legge, ponendoci criticamente di fronte ad essa, significa spezzare i parametri di scelte standardizzate per sviluppare le peculiarità individuali. Solamente aprendo la porta del cuore, in un dialogo fecondo con noi stessi, saremo in grado di prendere coscienza del talento che rivendica la sua realizzazione.
L’uomo come l’eroe, cosa è disposto a perdere per ritrovarsi? L’opera ” Geografia delle Terre Emerse” dell’artista Christian Costa, invita a riflettere sul dovere verso noi stessi di servire la legge del nostro desiderio, spogliandoci dalla coltre di opinioni stereotipate, dall’identificazione di modelli totalitari imposti dalla gabbia liberista che promuove l’omologazione e ci dice che cosa dobbiamo desiderare e chi dobbiamo essere.
Il nostro tempo si equipara al tempo della notte dei proci, governato dall’eccesso, dalla tracotante ricerca di un godimento esasperato e spregevole, che ripudia la chiamata vocazionale, il confronto con l’altro e disconosce il passato e chi lo trascende. Il desiderio , nell’epoca nella quale viviamo, è privo di aspirazioni elevate, governato dalla legge della trasgressione e dall’evaporazione del senso della misura, fagocitato dal sistema sovversivo individualista che non vede le sue catene. Ecco allora che si affaccia alla sponda del mare la figura di Telemaco, che attende speranzoso e nostalgico che dal mare ritorni la giusta legge, l’eroe che è anche Padre, a riportare ordine e giustizia nella sua Itaca.