Non sembra vero, ma sono più 20 anni che il pubblico televisivo assiste con soddisfazione agli episodi della serie televisiva “Il commissario Montalbano” .
Tra i film polizieschi in circolazione, “Il commissario Montalbano” è sicuramente il più amato con picchi di share a livello del festival di San Remo o di una partita della nazionale di calcio. Il perché di un così duraturo successo ce lo spiega la formula narrativa. Siamo di fronte ad una squadra di poliziotti, tutti con una personalità molto ben delineata. Il commissario Montalbano è un personaggio umano e con un deciso senso della giustizia ma è anche italiano e soprattutto siciliano: ama i dolci (i cannoli), è sensibile al fascino delle belle donne, ha una fidanzata lontano nel Nord con cui però non si vuole impegnare rimandando all’infinito il matrimonio. Svolge con scrupolo il suo lavoro, anche se talvolta esce con disinvoltura dalle procedure corrette pur di risolvere il caso. Il suo vice Mimì Augello (Cesare Bocci) è bravo, intuitivo ma pasticcione e perennemente “fimminaru” . L’ispettore capo Fazio è un poliziotto ligio al dovere e incorruttibile. Il goffo agente Catarella combina guai ma ha un cuore grande così. Ed anche i personaggi di contorno sono caratterizzati dalla loro inconfondibile “sicilianità”. Ma in egual misura, la squadra risulta uno spaccato dell’Italia, con i suoi difetti e i suoi pregi, i soliti “italiani brava gente” amati dagli spettatori seduti sul sofà in tinello. Sono puntate pensate e imbastite con un solido mestiere cinematografico, senza effetti speciali o troppe sparatorie e inseguimenti spettacolari. Il ritmo non è dato dall’azione ma dalla tensione narrativa e qui c’è la fantasia del vecchio scrittore Andrea Camilleri (ex sceneggiatore) che con i suoi romanzi fornisce la base degli intrecci e dei dialoghi. E poi c’è la Sicilia con i suoi palazzi barocchi, il mare abbacinato dal sole mediterraneo o arruffato per lo scirocco: uno scenario perfetto per storie che devono piacere per forza ad un pubblico che ha sempre amato la Tv generalista.
In questi giorni torna la versione del giovane Montalbano interpretato dall’espressivo Michele Riondino. La squadra è la stessa solo con volti nuovi perché i protagonisti dovrebbero essere più giovani. Il pubblico italiano che è molto affezionato a questa serie televisiva ama anche Montalbano agli inizi della sua carriera. La ragione di questo amore è facile da capire: il congegno narrativo è sempre lo stesso, quello collaudato da anni. Per questo motivo tutti noi, amanti dei film polizieschi nostrani, siamo diventati di bocca buona e non ci accorgiamo dei difetti. La Sicilia rappresentata è sempre bella e favolosa ma per un siciliano vero qualche volta sembra al limite della caricatura. L’ombroso commissario è monocorde, Mimì Augello è esagerato nei suoi tratti di donnaiolo. Livia, interpretata da Sarah Felberbaum, è una bella statuina. Alla fine sono quasi due ore di facile intrattenimento. Accontentiamoci !