Raffaello lo volle al suo fianco nella Loggia di Psiche alla Farnesina e nell’impresa delle Logge Vaticane, Michelangelo lo teneva in alto conto, Clemente VII si affidò a lui per delicati interventi di restauro e decorazione sia a Roma che a Firenze.
Giovanni Ricamatore, o meglio, Giovanni da Udine “Furlano”, come si firmò all’interno della Domus Aurea, riuniva in sé l’arte della pittura, del disegno, dell’architettura, dello stucco e del restauro. Il tutto a livelli di grande eccellenza.
A Roma, dove era stato uno dei più fidati collaboratori di Raffaello, rimase anche dopo la scomparsa dell’Urbinate. Conquistandosi, per la sua abilità, dapprima il titolo di Cavaliere di San Pietro e quindi una congrua pensione da pagarsi sull’Ufficio del Piombo.
Intorno alla metà degli anni trenta del ‘500, Giovanni decise di abbandonare la città che gli aveva garantito fama e onori e rientrare nella sua Udine con il proposito di “non toccar più pennelli”.
Preceduto dalla fama conquistata a Roma, una volta tornato in Friuli si trovò pressato dalle committenze e non seppe mantenere fede al suo “autopensionamento”. Tra gli interventi di maggiore importanza, il lungo fregio a stucco ed affresco nel castello di Spilimbergo e, a Venezia, la decorazione di due camerini di Palazzo Grimani.
Sarà proprio salendo la monumentale scalinata a doppia rampa progettata da Giovanni, stavolta in veste d’architetto, che il pubblico potrà accedere alla magnifica Sala del Parlamento che dal 12 dicembre 2020 al 14 marzo 2021 accoglie la prima retrospettiva che mai sia stata a lui dedicata.
“Giovanni da Udine tra Raffaello e Michelangelo (1487 – 1561)”, promossa dal Comune di Udine – Servizio Integrato Musei e Biblioteche, è a cura di Liliana Cargnelutti e Caterina Furlan, affiancate da un autorevole Comitato Scientifico.
La Mostra si avvale del sostegno della Fondazione Friuli e di Amga Hera in veste di Main Sponsor.
Per la prima volta in questa mostra viene riunito un cospicuo numero di raffinati disegni che, provenienti da diversi musei europei e da una collezione privata americana, confermano la sua proverbiale abilità nella rappresentazione del mondo animalistico-vegetale e soprattutto degli uccelli.
Ciascuno degli ambiti della poliedrica attività di Giovanni da Udine è indagato in mostra attraverso stucchi, incisioni, documenti, lettere, libri e altri materiali.
Inoltre le spettacolari sezioni dedicate alle stampe e ai disegni di architettura consentono di visualizzare i principali luoghi e ambienti in cui l’artista ha operato: dalla Farnesina alle Logge Vaticane, da Villa Madama alla Sacrestia Nuova di San Lorenzo a Firenze.
Il contesto storico e culturale del tempo viene ricostruito in mostra attraverso libri, documenti e filmati.
Una sezione speciale ripropone al Castello di Udine la mostra documentaria -curata da Virginia Lapenta e Antonio Sgamellotti e realizzata in collaborazione con l’Accademia Nazionale dei Lincei – presentata nell’aprile 2017 alla Farnesina, dedicata ai festoni realizzati nella Loggia di Psiche da Giovanni da Udine.
Concluso il percorso espositivo, al visitatore viene proposto un itinerario che gli può consentire di ammirare dal vivo le opere architettoniche, gli affreschi e gli stucchi realizzati da Giovanni da Udine e dai suoi collaboratori nel Castello di Colloredo di Montalbano, a Spilimbergo, a San Daniele del Friuli e ad Udine. Per chi voglia spingersi fuori dal Friuli, l’itinerario ideale trova ulteriore tappe a Venezia, per una visita a Palazzo Grimani, e naturalmente a Roma, che fa tesoro delle sue opere più celebri.
Pietro Fontanini, Sindaco di Udine, ha sottolineato il suo “profondo orgoglio” nel “presentare questa mostra che vuole essere non solo un’occasione unica dal punto di vista del valore artistico dei pezzi esposti ma anche un segno doveroso dell’affetto e della gratitudine che la nostra città prova da sempre per uno dei suoi più grandi talenti. È anche grazie a lui e alle sue opere, di cui vanno ricordate la scalinata del Castello e la fontana di piazza San Giacomo, se Udine vanta uno dei centri storici più belli ed eleganti del nostro Paese ed è capace di attirare visitatori da tutta Europa. Dopo l’intitolazione del Teatro e lo scoprimento della lastra commemorativa sulla facciata della sua casa natale avvenuta solo alcuni giorni fa, Udine tributa al suo illustre concittadino un nuovo e importante riconoscimento: questa straordinaria mostra a lui dedicata”.
“Finalmente la nostra città rende onore a Giovanni da Udine, l’artista che fu capace, durante la prima metà del XVI Secolo, di farsi conoscere sullo scacchiere internazionale dell’epoca come uno dei talenti pittorici più puri della sua generazione, forte anche della formazione presso la bottega di Raffaello. E lo fa attraverso un’esposizione che ha tutte le carte per richiamare a Udine visitatori da tutta Europa entrando a pieno titolo nel novero delle più importanti mostre organizzate nella nostra città”, ha auspicato l’Assessore alla Cultura del Comune di Udine, Fabrizio Cigolot.
Accanto alle istituzioni il Gruppo Hera, con Amga Energia & Servizi, “il nostro gruppo non ha mai perso l’occasione di confermare il proprio radicamento e l’attenzione per le comunità di riferimento – afferma l’Amministratore Delegato di Hera Comm Cristian Fabbri – Questo significa anche continuare, soprattutto adesso, a valorizzare e sostenere le principali espressioni artistiche e culturali locali: siamo lieti di collaborare affinché gli udinesi, ma non solo, possano ammirare e conoscere meglio un importante artista rinascimentale e che ha contribuito a rendere famoso questo territorio”.
A queste dichiarazioni si unisce il dottor Giuseppe Morandini, in veste di Presidente della Fondazione Friuli. Il Presidente Morandini ricorda che “Da sempre la Fondazione Friuli è attenta a quei progetti culturali d’eccellenza che valorizzano e promuovono il territorio sia a livello nazionale che internazionale. La mostra dedicata a Giovanni da Udine, per la qualità del progetto scientifico e per i prestiti ottenuti, è sicuramente uno di questi e ci vede con soddisfazione a fianco del Comune di Udine in nome di una sinergia che, anche in tempi così difficili, potrà portare alla nostra regione importanti elementi di sviluppo turistico oltre che culturale.”