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Daniela Cantarutti e Rita Mascialino a Padova. Dicembre 2018, fotografia del Fotografo d’Arte canariano José Pablo Carmona y García.
dipinto a olio (50x70) "Al femminile" di Daniela Cantarutti.
dipinto a olio “Al femminile” di Daniela Cantarutti.
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Celebrazione del Premio Franz Kafka Italia ® VI Ed. 2016, Sala Capitolare della Carità di San Francesco Grande, Padova, 2016, Daniela Cantarutti.
dipinto a olio "Vita" di Daniela Cantarutti.
dipinto a olio “Vita” di Daniela Cantarutti.
Dipinto a olio "Fantasia" (50x70) di Daniela Cantarutti.
Dipinto a olio “Fantasia” di Daniela Cantarutti.

UDINE – Daniela Cantarutti (Udine 1947) vive con la sua famiglia alle Canarie, Santa Cruz de Tenerife. È cresciuta nella prima giovinezza in Friuli dove ha frequentato le scuole. È pittrice sin dalla fanciullezza. La sua formazione artistica conta, tra gli altri, numerosi Corsi di Maestri rinomati a livello internazionale, quali il pittore surrealista e astrattatista Emilio Machado allievo di Dalí, di José Mazuelas definito il pittore della natura e della pittrice surrealista e simbolista Amalia Pisaca. Già ristoratrice a Santa Cruz e ora conduttrice di un assolato B&B, dedica il tempo libero sia a passeggiate sulle rive oceaniche di Tenerife e nelle alture del Teide, il potente vulcano attivo che domina l’isola dall’alto del suo cratere, sia e soprattutto alla sua passione primaria: le Arti Visive. Dipinge a olio, anche ad acquarelli e tempere, non in acrilico, con speciale predilezione per le rappresentazioni non puramente figurative, ma per l’espressione a forte impatto simbolico come anche nella pittura astratta. Tiene Mostre personali e collettive alle Isole Canarie. Suoi dipinti stanno in esposizione stabile in un Museo dell’Alto Friuli. Numerose sue tele si trovano in collezioni private. Ha partecipato nel 2016 e nel 2017 con sue opere al ‘Premio Franz Kafka Italia ®’, VI Edizione, Padova e VII Edizione, Udine. Ha conseguito il ‘Gran Premio Art Festival in the World’ nel 2019 e il Premio ‘Leonardo da Vinci – Tra scienza e arte’ nel 2020, un Diploma Honoris causa assegnati dal Centro Accademico Maison d’Art di Padova, Presidente Carla D’Aquino Mineo. È presente in un Profilo artistico nell’Archivio Storico Universale delle Belle Arti del Centro stesso e in ulteriori Elenchi Storici dell’Arte Contemporanea. Suoi Video artistici sono pubblicati su YouTube. Del dipinto a olio da essa intitolato “Al femminile” spicca in primo piano l’accuratezza dei tratti di cui vive l’immagine e che arricchiscono il simbolismo con la loro raffinata estetica. In primo piano è la raffigurazione di un cuore rosso carminio, una tinta cara alla pittrice, diviso a metà, da cui fuoriesce un ventaglio di linee morbide, armoniose, curve, senza asperità di sorta, a colorare di sé quanto sta al suo esterno, come se questo cuore spargesse la propria armonia e bellezza ovunque. Si tratta di un cuore che palpita della vita al femminile come esplicita il titolo del dipinto e il simbolo del cuore scelto come luogo dei sentimenti, dell’amore inteso nel suo aspetto più nobile, non solo fisico, pure esistente con evidenza nella doppia semantica intrinseca all’immagine – non esiste un cuore così diviso a metà e la divisione si fonde appunto con il femminile. Lo sfondo è pure purpureo secondo quanto irradia il cuore stesso, ma ha anche delle oscurità, ossia la visione della vita della Cantarutti comprende sempre la difficoltà, metaforicamente rappresentata in questa tela dalle tonalità scure che si affacciano insidiose, ma comunque tenute a bada per così dire dallo slancio vitale dell’Artista consapevole del valore intrinseco alla presenza del femminile nell’esistenza degli umani, di se stessa, degli altri – questo simbolico cuore distribuisce al mondo calore e armonia, sentimenti, vita intensamente vissuta, così che le ombre, presenti comunque, vengono sopraffatte dalla qualità positiva della sua energia. Portando un ulteriore esempio dell’arte di Daniela Cantarutti, vediamo “Fantasia”, semanticamente complesso ed esteticamente molto suggestivo dipinto a olio di ispirazione essenzialmente simbolista in cui domina la presenza dell’acqua, elemento che ha un ruolo ricorrente nelle tele di questa artista, divenendone un Leitmotiv di base on raffigurazioni realistiche e astratte, sempre simboliche. Il dipinto presenta due lati distinti da una colonna di fumo uscente dal cratere di un vulcano radicato nelle acque, quasi nascosto e mimetizzato in esse, qualcosa dunque che può esplodere all’improvviso, distruggendo vita e protezioni. Si vede una fantasia di tinte verde smeraldo intenso e blu di diverse sfumature in una simbologia per la rigogliosità della natura e più estesamente per l’energia vitale, anche per una possibile tumultuosità visto il movimento dinamico intrinseco molto visibilmente alla cromia verde verso quanto sta dall’altro lato della composizione, apparentemente con la finalità di affrontare e oltrepassare direttamente la barriera in forma di colonna che divide le due parti. Quindi si apre a sinistra della tela, sorgendo dalle acque, un percorso ordinato, come protetto da possibili attacchi impetuosi e disordinati, un percorso in un arco di tunnel fatto di enormi onde come in una sospensione di tinte luminose prevalentemente sui toni dei rosati e dei celesti, tunnel che si apre come a lasciare passare verso un mondo capace di dominare la possibile tempesta. Onde che non sommergono chi si avventuri nel più simbolico tunnel sapendolo attraversare con leggerezza, quasi protettive tuttavia permanendo la loro ineliminabile pericolosità – potrebbero comunque improvvisamente abbattersi sugli incauti, su coloro che vi giungessero con prepotenza, con violenza. In questo dipinto la Cantarutti mostra come il femminile – vedi le tinte rosa nel varco e in parte del fumo vulcanico simbolo della creatività al femminile –, pur nella sua delicatezza, sia in grado di non farsi travolgere dalla realtà anche durissima, dalle tempeste esteriori e interiori presenti nell’esplosione del vulcano, in grado anche di divenire simbolo della situazione universale dell’essere umano: senza una base stabile – nella tela si trova a vivere in un elemento infido per eccellenza, l’acqua –, sempre esposto agli attacchi provenienti dall’esterno, ma anche dalla sua complessa interiorità, che Edgar Allan Poe ha definito vulcanica nella splendida poesia Ulalume (Mascialino 2000/2019: www.ritamascialino.com – Traduzioni e Interpretazioni), definizione che si associa significativamente per aspetti rilevanti all’immagine rappresentata in questa tela. La creatività artistica, simboleggiata dal vulcano in eruzione che affiora oltre le acque, si tinge di rosa e si rivela ago della bilancia nell’equilibrio precario dell’esistenza umana. E il femminile in questo splendido e complesso dipinto sta, come accennato, nella tenuta estetica anche in mezzo ai rischi posti dalla vita, nella trasformazione e sublimazione della minacciosità, comunque intrinseca al respiro vulcanico, nella tinta rosa, che ammansisce l’esplosione come pure le acque – classico simbolo dell’inconscio esse stesse – di cui si compone l’artistico varco, rosa come colore dell’esistenza quando si fa momento di gioia e di conciliazione. Anche nel dipinto Vita il più simbolico sole rosa splende nel cielo azzurro tenue e colorato esso stesso di rosa come un bene augurante fiore appeso a un filo, uno stelo provvisto di foglie verde chiaro, così sottile che sembrerebbe reggere a fatica il peso dello speciale sole, stelo che ha la spazialità dell’arcobaleno, metaforico segno di un’alleanza tra terra, mare e cielo, di cui però non si vede dove sia radicato. Terra e mare come suggerisce la distesa azzurro-verdastra di quanto sottostà al cielo e che si fonde all’orizzonte quasi a unire il profondo con l’impalpabilità dell’ideale, il terrestre con entrambi i livelli – di nuovo comunque sta alla base della raffigurazione la presenza dell’acqua come elemento pur sempre infido cui tante tele della Cantarutti rendono l’omaggio del simbolo più importante nella sua immaginazione artistica. Lo stelo che unisce la fioritura del sole sul mondo è, come anticipato, esile – nulla di stabile e di sicuro può essere mai collegato all’acqua, terra illusoriamente ferma compresa –, tuttavia, per come appare nello stupendo dipinto, tale sole nella veste del più estetico fiore è in grado di diffondere la sua bella luce rosa, femminile, pacata, negli spazi, sulla vita degli umani. Per concludere il breve excursus, le tele della pittrice offrono in generale un magnifico esempio di come la trasfigurazione artistica possa divenire catartica, in particolare: il cuore Al femminile, sede metaforica dell’affettività, l’ingresso nel tunnel che conduce in una personalità capace di intrattenere un rapporto profondo e amico con i percorsi inconsci che elabora attraverso la Fantasia artistica per averne la più vera ed equilibrata misura umana, il sole fiorito che dona la sua luce rosacea alla Vita, questa la prospettiva interiore femminile che Daniela Cantarutti offre all’umanità che avvicini la sua arte, la sua creatività espressa nella più raffinata estetica.

                                                                                                                                                                        Rita Mascialino

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