Il Teatri Stabil Furlan (Tsf) ha inaugurato mercoledì 28 aprile al Teatro Nuovo Giovanni da Udine la ripresa delle prove per l’atteso licôf, il debutto di “La Casa, lagrimis di aiar e soreli”, riscrittura in marilenghe de “La Casa” del poeta e drammaturgo friulano Siro Angeli a trent’anni dalla scomparsa. Una pièce originale con la regia di Carlotta Del Bianco che andrà in scena al Teatrone udinese sabato 29 maggio.
In massima sicurezza e nel rispetto di tutti i protocolli anticovid, le prove sono ripartite alla presenza del Presidente del Teatro Nuovo Giovanni da Udine Giovanni Nistri e del Presidente del Tsf Lorenzo Zanon, di tutto il cast e del neodirettore artistico dell’ente di produzione teatrale friulana Massimo Somaglino, nelle coincidenze che vedono la riapertura dei luoghi d’arte e di cultura con la sua chiamata in campo.
Somaglino non nasconde l’importanza e il ruolo che deve assumere il teatri furlan nel saper guardare oltre, per aprire nuove vie. «Bisogna saper uscire dagli schemi, dagli stereotipi di quanto abbiamo finora visto e ascoltato par furlan. È importante, fondamentale, difendere, tutelare e promuovere la storia del nostro teatro, quanto è stato finora scritto e rappresentato. Ma è altrettanto importante saper guardare ancora più in là, con una attenzione estrema alle diversità, alle influenze, al nuovo, proiettando il teatro di produzione in marilenghe come guida capace di farci uscire dai nostri confini, non solo territoriali, del già visto e sentito. Dobbiamo screâ, creare e indossare il nuovo».
In questo senso concorre “La Casa, lagrimis di aiar e soreli”, adattamento e riscrittura della prima opera dalla Trilogia carnica dello scrittore di Cesclans di Cavazzo carnico. Una prima che si realizza grazie ad un attento lavoro di riduzione e traduzione realizzato da Paolo Patui e Paolo Sartori, con la regia di Carlotta Del Bianco e un cast di giovani e talentuosi professionisti: Vladimir Jurk (in nono Tite), Paolo Mutti (Giusto), Elsa Martin (Madalene), Caterina Comingio (Rose), Alessandro Maione (Pieri), Manuel Buttus (Toni), Caterina Bernardi (Mia). Assistente alla regia Marta Riservato, scenografia di Luigina Tusini, creazioni di contenuti multimediali Marino Cecada e Massimo Racozzi, i costumi sono a firma Sartè di Patrizia Battacchi, light designer Michele Pegan.
Ci confessa in un’anticipazione Carlotta Del Bianco: «Sono sincera quando dico che questo progetto partito da Paolo Patui e proseguito con la gran cura di Massimo Somaglino mi ha pervasa, e questo stato di euforia e bellezza creativa ha permeato ciascuno di noi, che sta lavorando sodo e con grande profondità per riportare alla luce parole di poesia e verità che parlano di noi, sempre. Radici profonde come quelle degli alberi, che cercano di toccare il cielo. Radici che entrano a fondo forti nella terra madre, profumata, e forse proprio per questo quegli alberi riescono ad essere così maestosi, così vivi!»