www.udinese-life.it, Semantica dell’Arte, maggio 2021
Marilena Mesaglio (Udine UD) è diplomata a livello di scuola secondaria in materie tecniche e svolge la professione di agente assicurativo, settore in cui si aggiorna costantemente come richiesto dal tipo di lavoro di responsabilità. Artisticamente è autodidatta nell’ambito del Disegno Artistico digitale, che realizza attraverso la tecnica del mouse da essa padroneggiata: crea le sue opere partecipandovi non solo con la mano, ma anche e molto in primo piano con il braccio, ciò in un quasi visibile apporto dei circuiti più inconsci rappresentati nei movimenti del braccio stesso più ancora che in quelli della mano. Tiene Mostre in Italia e all’estero. È particolarmente interessata alla spiritualità e al proposito prende parte a Convegni, Incontri per Ritiri Spirituali, frequenta Corsi vertenti sull’argomento. Legge le opere di grandi Maestri Spirituali del passato, tra cui Paramhansa Yogananda, nei mondi psichici dei quali si immerge per trarne linfa vitale per sé, per la sua arte.
Lo stile delle sue opere si riconosce principalmente in un Simbolismo astratto che conserva spesso legami con la raffigurazione, nonché in un Surrealismo magico di impatto raffinato e delicatissimo. I mondi di Marilena Mesaglio, di cui in questa analisi, ispirano armonia ed equilibrio interiore nella bellezza e in questa atmosfera rarefatta accolgono dentro di sé il mistero che sta alla base della presenza dell’Universo, della vita sulla Terra, mistero che la sua fantasia artistica esprime eminentemente attraverso il canale intuitivo, dove la potenzialità della mente umana risulta non ancora del tutto imprigionata in una razionalità atta a sfrondare ciò che non rientri nelle sue coordinate. In sintonia con il Leitmotiv della spiritualità centrale all’arte di Marilena Mesaglio sta un altro fondamentale Leitmotiv che riguarda la donna, intesa nel suo senso più nobile e in qualità di detentrice privilegiata di un’energia con cui opera in contatto con le risorse della natura, di cui è alleata. Una concezione che esalta un Femminile in sé che vuole nel contempo essere compagno del Maschile senza essere assoggettato da quest’ultimo e meno che mai violentato, bensì anelante a realizzare la cooperazione più positiva tra i due sessi, mantenendo ciascuno le proprie diversità. Nel cammino verso il raggiungimento di questa meta spirituale chi conduce, nel mondo artistico della Mesaglio, non è l’uomo, ma la donna, in quanto madre più naturalmente portatrice dell’affettività che la rende di per sé forte al punto di poter realizzare l’agognata unione degli opposti.
Seguono le analisi semantiche di quattro opere incentrate attorno ai due Leitmotiv citati, quello della spiritualità e quello della donna. Si tratta dei Disegni Artistici creati non con la penna digitale, bensì con il mouse come nella sopra citata specialità tecnica di cui è maestra rifinita Marilena Mesaglio: La Rosa Blu, Rinascita, Religioso Sussurro, Marlene.
Tutti i Disegni citati rappresentano speciali fiori, il cui perno è l’essenza del Femminile in varia e interessante raffigurazione simbolica.
La Rosa Blu, avvolta da foglie costituite da fasci di luce che la proteggono e che stanno anche al centro dei petali come pistilli, mostra la composizione tra le due cromie tipiche della vista interiore durante la meditazione cosiddetta trascendentale che si ha a occhi chiusi e rivolti all’Occhio di Shiva che introduce o introdurrebbe alla spazialità cosmica oltrepassando la picola spazialità individuale: una luminosità dorata e una luminosità turchina. Si tratta di un fiore che non esiste in natura – sappiamo che le rose blu sono artificialmente prodotte – e che è pertanto frutto esclusivo della mente. Il suo aspetto è un simbolo della più profonda interiorità umana simboleggiata dal blu, colore del mistero, del cielo e dell’infinito, colore della contemplazione introspettiva, della quiete, diversamente dal nero che simboleggia in sé principalmente le dinamiche del più sotterraneo inconscio, del nulla e della morte. La rosa di Marilena Mesaglio partecipa della nostalgia metafisica, intesa questa come tensione che va oltre la fisica, oltre la materia per sfociare nel puro spirituale. Ciò rimanda, per una associabilità concettuale ed estetica del fiore e delle varie tonalità del blu, al fiore azzurro, alla Blaue Blume dei Romantici tedeschi, di Novalis (1772-1801) nel suo famoso romanzo Heinrich von Ofterdingen (1798-1801), incentrato sulla nostalgia o Sehnsucht dell’infinito al di là dei propri limiti fisici, nostalgia rappresentata simbolicamente dal testé citato fiore azzurro, metafora principe per la facoltà dell’intuizione come mezzo per capire il mondo, se stessi, gli altri. Il bocciolo blu della Mesaglio unifica in sé le due realtà dell’infinito e dell’animo umano, inteso come Femminile data la simbologia della rosa, realtà che tendono all’unione più armoniosa come è la caratteristica del pensiero e del sentire mistico, dove le componenti della vita, inizio e fine, si fondono nello spirituale. Una rosa che sta sbocciando e che, implicitamente, avrà la sua fioritura quando la citata unione sarà realizzata pienamente.
Rinascita mostra ancora un fiore simbolo della donna che fa tutt’uno con la natura: la Spazialità Dinamica dell’immagine rimanda a una figura femminile stilizzata, la quale sta inginocchiata al suolo, in contatto stretto con la Madre Terra, e che offre se stessa come fiore all’alto dei cieli. Alla base della corolla quale volto trasfigurato stanno forme come di due mani che sostengano l’offerta da parte di tale speciale donna in una desiderata rinascita nella spiritualità più alta, resa possibile dal divino cui alludono la dinamica del fiore verso l’alto e il concetto di rinascita stesso, come anche la postura dell’invocazione, della preghiera. Il colore è il rosso intenso, quasi del sangue e dell’eros, ma in una tonalità non pura, bensì sul violaceo, una cromia che suscita la sensazione di un sacrificio di amore spirituale e che evoca nella sua mistione di rosso e blu l’unione implicita di due mondi diversi, nel contesto: quello della vita umana come nella componente rossa e quello della vita divina come nella componente blu. Nella sopra accennata trasfigurazione in tale fiore la donna della Mesaglio si rende comunque più visibile come tale sebbene adombrata nella natura ad essa più confacente, appunto il fiore quale ornamento e creazione esteticamente meravigliosa della natura offerto all’alto, al divino cui tende nell’invocazione, nell’offerta di sé.
Religioso Sussurro raffigura una ancora più esplicita unione della donna con la natura, sempre specificamente come fiore in cui essa metaforicamente si radica, da cui sorge o con cui si identifica – sta quale pistillo speciale tra gli altri pistilli, nel centro del fiore, come suo nucleo più profondo. Tale figura femminile formata nei colori fondamentali dei petali del fiore, rosso non acceso e bianco, si riflette nei petali stessi rivelandosi come ombra, metaforicamente: come presenza spirituale, immateriale. Qui si ha una più trasparente simbologia del Femminile che sta al centro dell’unione degli umani con la natura, con il cosmo stesso e il divino come il titolo dell’opera sintetizza ed esplicita: non si tratta di parole, che sarebbero solo umane, bensì di un sussurro religioso o fruscio dei petali che collega il mondo della natura – si tratta sempre di un fiore per quanto speciale – e dell’umano con il mondo dell’Universo e del divino, in un’unione precipuamente spirituale e di bellezza, squisitamente frutto della creatività artistica della disegnatrice.
Per finire: Marlene. Qui è presentata l’immagine del Femminile direttamente in una donna vera e propria – evidente proiezione psicofisica dell’artista Marilena Mesaglio, come in una sua firma sul piano iconico e artistico –, che tuttavia conserva ed esprime il suo legame molto forte con i contenuti floreali e simbolici intrinseci alle altre opere di cui sopra. Iniziamo l’analisi dalla speciale gonna o tutù – si tratta di una ballerina –, che raffigura la corolla rovesciata di un fiore, di una rosa rossa screziata di tonalità più chiare, che smorzano ogni aggressività del rosso in sé. La danzatrice forma con le sue braccia una diagonale, metafora dello zenit e del nadir che passano per il centro rappresentato dalla donna, microcosmo per l’emisfero celeste superiore e per quello opposto, come due poli che uniscano i cieli e il mondo umano passando attraverso la donna: quello spirituale e altissimo formato da una corolla floreale anch’essa rovesciata di campanula dalle tinte tenui sul rosaceo e bianco, ossia da uno spirituale al femminile formato dall’etereità di cieli bene auguranti sullo sfondo; quello indicante, sempre sul piano della metafora secondo la simbologia offerta dal Disegno, un eros vitale che sorge più dal profondo, tuttavia sempre molto delicato nelle forme e nelle cromie della metaforica gonna-corolla. La ballerina danza in punta di piedi, leggera come più non si potrebbe, su un suolo rosa, nel contesto come metafora del Femminile, e non affatto materiale, ma dotato della spazialità simile a quella intangibile dello sfondo. Un cielo e un profondo che appaiono emanati per così dire dai vortici della corolla e dai movimenti delle braccia della danzatrice, in una dinamica resa possibile dall’arte quando sia capace di creare interi mondi di idee e di emozioni come lo è l’arte della Mesaglio. E Marlene, la danzatrice, sorride indicando il suo cielo e il suo mondo interiore che essa sparge sull’umanità come suo dono.
Davvero Disegni Artistici dai contenuti di profonda sintesi semantico-emozionale ed esteticamente bellissimi che l’artista Marilena Mesaglio con la sua straordinaria abilità tecnica e con la sua complessa ricchezza d’animo offre a tutti gli umani.
Rita Mascialino
Grazie Rita,
per la delicatezza, la semplicità e la precisione delle tue recensioni che hanno reso leggibili i miei quadri.
Con stima Marilena