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Udine – Dopo i rinvii dovuti alla pandemia, venerdì 9 luglio 2021 alle ore 20.00 debutta in prima nazionale al Teatro Giovanni da Udine la nuova edizione di Cercivento.

 

Atto unico creato nel 2003 da Riccardo Maranzana e Massimo Somaglino (che ne furono anche interpreti) a partire dal testo di Carlo Tolazzi, ha debuttato al Mittelfest (produzione Teatro Club Udine) e la tournée che ne seguì fu un successo, contribuendo con la forza del teatro a riportare l’attenzione dell’opinione pubblica su un tragico episodio della Grande Guerra che ancora oggi reclama giustizia.

 

Massimo Somaglino ha voluto riportare in scena il progetto per dare ancora una volta voce agli alpini fucilati a Cercivento, contribuendo alla battaglia per la loro riabilitazione. E il Teatro dell’Elfo di Milano ha aderito con convinzione al progetto dell’artista friulano, con cui collabora da anni, scegliendo di produrre questa nuova edizione. Il Comune di Cercivento e la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia hanno quindi scelto di dare il loro contributo e sostegno allo spettacolo, che dopo Udine sarà in scena a Milano al Teatro dell’Elfo dal 15 al 28 novembre.

 

L’allestimento del dopo-pandemia presenta la storia in una versione completamente rinnovata nell’impostazione registica, che accetta la sfida imposta dalle restrizioni legate all’emergenza Covid19 e affida a due giovani talenti, Alessandro Maione e Filippo Quezel, il ruolo dei protagonisti. Sono due soldati della truppa, alpini della Grande guerra, un carnico e un veneto, rinchiusi nella sagrestia di una chiesa tristemente riconvertita in prigione, incriminati sotto la disonorevole accusa di insubordinazione agli ordini e di sottintesa combutta con il nemico al di là della trincea, sospesi nell’attesa del proprio destino che di lì ad un’ora sarà di morte.

 

La nuova impostazione registica è costretta a rinunciare alla vicinanza serrata fra attori e spettatori, chiave interpretativa della prima edizione, e sposta il tempo dell’azione a esecuzione avvenuta, trasformando l’azione in una narrazione rivissuta, che nulla toglie alla carica drammatica del testo e della vicenda.

 

Tratto da Prima che sia giorno di Carlo Tolazzi, vincitore nel 2002 del Premio Culturale “Renato Appi” di Cordenons, Cercivento trae spunto da un terribile episodio di storia vera in cui furono coinvolti – e in seguito condannati, alcuni anche alla pena capitale – molti alpini del 109° Battaglione “Monte Arvenis”, operante nella zona di Monte Croce Carnico. Un fatto duro, ripescato alcuni anni fa dall’oblio della rimozione, grazie al recupero fortuito di alcune carte processuali e alla caparbietà di ricercatori, studiosi e soprattutto parenti delle vittime, promotori di un combattivo movimento per la riabilitazione dell’onorabilità dei loro lontani congiunti.

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