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A volte l’impossibile diventa possibile! Riparto da Marina di Massa e il percorso prevede alcuni kilometri di lungomare. Passo attraverso località come Forte dei marmi, e, per curiosità, mi fermo a capire cos’ha di tanto speciale questa rinomata spiaggia. La sabbia è tiratissima come un campo da tennis, ha dei lettini con i cuscini, una struttura quadrata come ombrellone e ti portano addirittura una bacinella d’acqua per sciacquarti i piedi quando esci dal mare. Mi chiedo: “La gente che frequenta questi posti è felice più di me? Ha dalla vita più o meno di me?” Si prende quindi per l’entroterra verso Pietrasanta, ricominciando a salire tra le belle Alpi apuane. Doverosa una breve camminata a Pietrasanta, dove incontro un artista rumeno di nome Micaj . Micaj ha dovuto scappare dal suo paese x la guerra e la povertà, andando prima in Francia e poi in Italia. È un’artista della sabbia, un vero genio che stamattina aveva plasmato due cani alla perfezione. Si sente felice a fare l’artista di strada, perché mi dice che in strada si fermano a guardarti solo le persone a te interessate. Ringrazio Micaj per questa brevissima chiacchierata, che mi riporta ad una realtà lontana dai vips della Versilia. È una giornata bella calda e vi confesso quali sono i miei punti di appoggio: i cimiteri! Potrà far sorridere la cosa, ma lì trovo sicuramente una fontana per dell’acqua fresca, un bagno e un albero per ripararmi dalla calura. Continuo in un infinito sali-scendi sulle Alpi apuane, ma il bello doveva ancora venire. Arrivo in secondo pomeriggio a Lucca, bellissima cittadina, e mi dirigo all’ufficio informazioni per chiedere dove potessi alloggiare per la notte. Daniela, l’operatrice dell’info point, fa 45 minuti di telefonate a partire dagli ostelli dei pellegrini (tutto pieno), i B&B (idem), hotel (idem….o forse c’era uno a 280€ per una notte con colazione), fino a strutture fuori Lucca (nulla). Sconfortato mi dirigo verso il campeggio con l’idea di farmi dare un pezzo di prato per dormire, ma almeno ho una doccia e un bagno. Mi accoglie Andrea, titolare del campeggio di Lucca, stupito perché in tutta la sua vita mai aveva avuto una simile richiesta. Impietosito mi concede una panchina del camping, piuttosto che dormire nell’umido dell’erba. Io sono felicissimo, e certamente mi dico che probabilmente oggi non ho faticato abbastanza e così il cammino mi chiede un sacrificio anche notturno. Assicuratomi il posto all’addiaccio per la notte, vado in un supermercato a prendermi qualcosa per cena, in quanto avevo già visto che ogni posto di ristorazione a Lucca era al completo. Ceno su una panchina fuori al supermercato, giusto per iniziare a familiarizzare con le panchine e mi dirigo in centro a Lucca per una breve passeggiata. Premetto che io ero ancora in tenuta da cammino e non avevo fatto la doccia. Faccio a zig zag tra la gente in centro storico, tutti sono belli cambiati e profumati tranne me. Chi con qualche gioiello addosso, chi con qualche abito firmato, finché incontro sul mio cammino un sacerdote che mi aveva messo il timbro sulla credenziale al mio arrivo a Lucca. Mi ferma e mi chiede dove ho trovato da dormire per la notte. Io rispondo: “Su una panchina”. Rimane per qualche secondo di stucco, poi mi dice simpaticamente: “Tu vuoi fare il pellegrino fino in fondo, ma aspetta un’attimo” (erano già passate le nove di sera). Fa una telefonata al vescovo di Lucca, Mons. Paolo Giulietti, che è un grande appassionato di cammini, sia a piedi e sia in bicicletta (infatti è proprio via in questi giorni per percorrere Firenze-Assisi), il quale gli risponde che nessun pellegrino và lasciato fuori, con le parole: “dategli pure la mia stanza se serve, tanto io non ci sono”. Non so ancora se sto sognando o è tutto vero, ma da una panchina di un camping, mi ritrovo a dormire nel palazzo arcivescovile, in centro a Lucca, in fianco al Duomo, in una camera tutta per me. Adesso posso osservare dalla finestra della mia camera tutta la moltitudine di gente che prima affiancava un pellegrino venuto da lontano e che forse dentro di sé ci credeva fino in fondo per stanotte…o semplicemente aveva una grande fede!

2 thoughts on “Una bandiera del Friuli sulla via Francigena”

  1. Dicono che nulla viene al caso .,e stasera ho conosciuto la tua mamma ! Che dire se non che il signore illumini questo tuo cammino di PACE E AMORE che porterai con te e rimarrà dentro te indelebile tanto da poterci riportare il tuo sentire la tua esperienza e la TUA DETERMINAZIONE possa essere d’esempio ai giovani ! SCRIVI SULLA BANDIERA “ Gli ultimi “ un 🤗 per il cammino BUIN INIZIO GIORNATA !😊😊😊😊😊😊😊😊😊😊😊😊😊😊😊😊

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