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Quasi 500 visitatori in un mese, 10 scolaresche e 17 guide volontarie coinvolte. Sono questi i numeri della mostra “Costruire sempre”, allestita negli spazi della Galleria Tina Modotti a Udine e dedicata alla vita e alle opere di don Emilio de Roja. Numeri che testimoniano il grande affetto dei friulani per il “sacerdote degli ultimi”, il fondatore della Casa dell’Immacolata. Anche per questo la mostra “Costruire sempre: una passione per l’uomo. Don Emilio de Roja: storia di una vita costantemente all’opera” sarà prolungata fino al 24 aprile, con gli stessi orari: il venerdì dalle 16 alle 18.30, il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18.30. 

Il prolungamento della mostra non è l’unica novità. Venerdì I aprile, alle 21.00, nella chiesa di San Pietro martire è in programma una serata per ricordare don Emilio de Roja. Ad esibirsi sarà il coro Natissa di Aquileia, diretto da Luca Bonutti, inframezzato da alcune testimonianze dirette e letture sceniche. Il concerto è a ingresso libero, curato dall’associazione Amici di don Emilio de Roja, dalla Fondazione Casa dell’Immacolata e dagli organizzatori della mostra “Costruire sempre”, con il patrocinio del Comune di Udine. Per l’occasione, l’esposizione nella Galleria Tina Modotti rimarrà aperta fino alle 21.

Il concerto sarà diviso in tre momenti, con musiche intervallate da letture sceniche. La prima parte sarà dedicata alla profonda fede di don Emilio, capace di perdonare anche quei ragazzi che davano fuoco ai capannoni della Casa. Saranno eseguite due versioni del padre nostro, quello cattolico e quello ortodosso, seguirà la “Piccola messa” di Bob Chilcott in versione jazz. Nella seconda parte, verranno eseguiti tre brani inediti di Alessio Domini, per indagare l’amore profondo di don Emilio per l’arte. La terza parte sarà dedicata alle opere del sacerdote friulano: accanto all’esecuzione di “Amazing Grace” e di due testi poetici di Pietro Zorutti, musicati da Valter Sivilotti, verrà raccontata la storia del crocifisso bruciato. Quest’ultimo riassume simbolicamente la vicenda umana di don Emilio e il suo dono: far risorgere dalle ceneri le esistenze di tanti giovani.

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