Proseguono le tappe di “Hosting On The Road” del Collettivo lunAzione, il Progetto Speciale finanziato dal MiC che da nord a sud della penisola compone un mosaico sonoro attraverso le voci degli abitanti dei centri urbani di provincia. Dopo Monfalcone (GO), il collettivo teatrale napoletano fa ritorno in Friuli Venezia Giulia, dove ha condotto una nuova ricerca intervistando gli abitanti di Gradisca d’Isonzo (GO). “Gradisca Hosting” è la performance del Collettivo lunAzione che giovedì 8 settembre sarà proposta nell’ambito del festival “In\Visible Cities”, organizzato da Quarantasettezeroquattro con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.  Alle 19.30, partendo da Piazza Unità, sarà restituito, attraverso un percorso itinerante in cuffia, l’esito del lavoro di residenza artistica svolto dal Collettivo tra il 16 e il 28 agosto. La drammaturgia sonora che caratterizza l’opera, una coproduzione Quarantasettezeroquattro, resterà successivamente disponibile grazie alla creazione di QR Code collocati negli spazi urbani e accessibili tramite smartphone.  

Gradisca Hosting” di cui firma il concept e la regia Eduardo Di Pietro, è una passeggiata audioguidata in cui i visitatori sono muniti di cuffie wireless, condotti dalla presenza scenica di Martina Di Leva, anche aiuto regista. La cittadinanza “ospitante” ha contribuito direttamente alla realizzazione della performance urbana prestando voce, visioni e narrazioni nel corso di una serie di interviste preliminari, poi riversate in una drammaturgia sonora corale, cesellata dal lavoro del sound artist Guido Molea e di Cecilia Lupoli nel ruolo di dramaturg. Emerge così un ritratto della comunità residente, un percorso di visita che, mediato dai dispositivi auricolari, è anche un intimo incontro tra popolazione e pubblico. Benché tutti consapevoli di ascoltare la stessa voce, per ogni spettatore il viaggio si dimostra personale e unico, sulla scia della propria esperienza ed emotività.

Così dichiara il regista, Eduardo Di Pietro: «Proveremo a raccontare Gradisca d’Isonzo come una città cristallizzata con uno sguardo all’indietro, verso la propria storia e verso le vicende e gli elementi che l’hanno resa ciò che è attualmente. Una città il cui centro storico è racchiuso tra le mura di protezione, c’è un Parco della Spianata di cui la cittadinanza va molto orgogliosa. Nel frattempo, all’esterno il mondo cambia, anche molto rapidamente e drammaticamente. Nella fattispecie, Gradisca è lambita dal fiume Isonzo che quest’estate è stato quasi completamente prosciugato dalla siccità. Da un lato, quindi, c’è un pervicace sguardo all’indietro, questa insistenza al riparo dell’ideale di un passato nostalgico, che colora tutto il paese che, con i suoi poco più di 6000 abitanti, rivendica quel titolo di città che gli era stato attribuito da Vienna. Dall’altro lato, c’è quel fiume simbolo della città, a essa geneticamente legato, che con una certa urgenza dimostra la necessità di occuparsi del presente». 

 

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