Una banda disordinata per una compagnia di musici che danzano,un ubriaco che non trova il suo letto e la morte che aleggia mentre l’angelo e il demone si contendono un giovane .
Geniale Massimo Somaglino, recupera un testo di Pasolini, tronco ma illimitato di sapienza contadina
A noi è pervenuta solo un frammento, la parte del protagonista,un fantat che vuole diventare uomo e in quella sera si ubriaca,per poi cadere nell’incubo. Lo salva dalla lotta tra l’angelo e il demone,il giorno che arriva e annuncia con ironia che l’incubo è stato uno scherzo orchestrato da amici burloni.
La morte è lontana,ironizza e così la esorcizzi
Al di là della parte del casarsese che scrive col Furlan delle desinenze in a e che preferisce l’avverbio adess a cumo’,Somaglino e la sua compagnia innestano una gestualità magica e una danza impetuosa che non esclude rimandi alla villotta e allo stesso tempo al jazz.
Bravissimo Klaus Martini che assomiglia anche nella capigliatura al giovane Pasolini ,molto bravi anche gli altri, Valentina Saggin, Anna Savanelli e Andrea Rizzo,senza dimenticare Mirko Cisilino, Giorgio Parisi e Laura Giavon.
Tutti figli di Arearea
La scenografia di Mezzelani al solito è essenziale e sapiente.
Corte Morpurgo a Udine ha offerto il suo dono settecento. Anche il palazzo ha fatto la sua parte
Vito Sutto