Il berretto a sonagli, rappresentato al Giovanni da Udine, è stato scritto da Pirandello nell’agosto del 1916 mentre i soldati italiani che entravano a Gorizia dicevano alla borghesia di gettare la maschera: questa non era guerra santa. E i nazionalisti dissero che erano pazzi.
Per combinazione in quei giorni Pirandello raccontava la storia di Beatrice, che disse la verità soffrendo perché tradita, ma il paese ipocrita la accusò di follia.
Sul palcoscenico manichini muti, maschere del silenzio e un fantastico Lavia eroe della disperazione e dell’ironia, marito tradito che vuole nascondere lo scandalo.
Una società di ipocriti lo circonda, Spanò (Mario Pietramala), Fifi (Francesco Bonomo), Assunta (Giovanna Guida).
Drammatica e dolorosa interpreta la parte di Beatrice, Federica Di Martino.
Il nulla affollato di apparenze mostra indirettamente il suo vero volto tra poltrone semisfondate e una tenda dietro alla quale si nasconde quella verità che nessuno vuol vedere se non la pazza Beatrice, nella sua lucida sofferenza.
Vito Sutto

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