Le nostre anime di notte : un dolce e doloroso spettacolo con Lella Costa e Elia Schilton. Un adattamento che recupera l’omonimo romanzo pubblicato da NN Editore, un tenero e accorato racconto , la storia di due vedovi, avanzati nell’età, che decidono di farsi compagnia, di notte, a letto insieme, senza intenti sessuali, ma per comunicarsi la loro vita e consolarsi reciprocamente di bei ricordi, di mali e dolori.
E cosi Addie e Louis vanno a letto insieme la notte e parlano e si raccontano, ridono e piangono dei drammi cui sono stati spettatori.
La vita è un palcoscenico e questa volta comunque sono loro gli attori, che si muovono , che pensano, che soffrono , che sentono la condanna del mondo per il loro stravagante rapporto e che sono indifferenti ad essa, perche’ ognuno la vita la recita come vuole e il giudizio esterno non deve condizionare.
E allora abbiamo osservato quanto opportuna sia stata la soluzione di Serena Sinigaglia , la regista , che con Andrea Belli ha confezionato una vera scenografia teatrale a far da cornice alla stanza dove si svolge tutta la narrazione:infatti un oper
atore-attore- sposta luci e le adatta al moto dei due corpi e delle due anime sul palcoscenico.
Storia triste dicevamo. Questo amore platonico non puo’ sussistere, tutto è destinato a finire, l’intimità notturna svanisce con l’apparire (fuori dalla scena) di un nipote e di un cagnolino, e si conclude definitivamente quando lei va in una casa per anziani.
Quella solitudine colmata all’inizio del racconto con il telefono, completata con le confessioni notturne, termina ancora con il telefono , quel mezzo che avvicina solo parzialmente i due lontani mondi, sostanzialmente inconciliabili perche’ il terzo tempo della vita non concede repliche. La vita è un atto unico, come questa delicata storia.
Ogni episodio lo vivi una volta poi rimangono solo fragili ricordi che se ne vanno nello spazio di una notte
Vito Sutto