Nelle visite agli studi dei nostri artisti friulani abbiamo conosciuto Sandro Arcangeli che ci ha accolto con quadri suggestivi, matita su tavola, che nascono da passeggiate e incontri con la natura.
L’artista prima appunta poi lavora in studio.
Emerge un’opera di ricche sfumature che pare paesaggistico ma che invece un luogo dell’anima, con le sue paure e le sue insicurezze.
Stati d’animo che crescono nello spirito del designer che accentua i rapporti tra chiarita’ e oscuramenti, tra luci improvvise che rompono il buio e spazi carichi di aree indecifrabili.
Nel curriculum dell’autore una ricerca che si muove dagli anni settanta e che giunge ad una maturità consapevole della progettazione, pur sorgendo da una formazione tecnica e si nutre di Storia dell’Arte e di intuizioni che egli stesso definisce oniriche.
Nella sua storia individuale autoritratti e ritratti, astrazioni e geometrismi convivono e si integrano armonicamente.
Ma la natura inquietante, il bosco, la vegetazione, sorgono sia come disegno che come retrogusto esistenziale.
Gli intrecci, le tensioni verticali si dilatano negli spazi, talvolta anche murali, uffici e abitazioni private.
Talvolta la componente ludica si coniuga con una visione del mondo silente e malinconica, una percezione che sottende una minaccia antica e sempre nuova.
Interessanti quei testi che rimandano a prospettive o a radicamenti profondi.
Sorge dal basso una forza attiva e dinamica, che invade lo spazio e allo stesso tempo è molto discreta, in una solitudine serena e mai disperata.
Vito Sutto