Lucia Vasini,Lorenzo Lavia, Paolo Triestino e Valentina Bartolo hanno messo in scena un dramma umano in cui il protagonista e’ l’inevitabile tempo che scorre e lascia tracce dolorose e smarrimenti mnemonici.
Le Gratitudini sono in un certo senso collegabili,(a nostro avviso) alle beatitudini .
Perché bisogna possedere una Virtus in ogni ambito della propria umanità per essere beati.
E la riconoscenza,il saper dire grazie e’ una Virtus umana ,un dono.
Dono per altri ma anche per stessi.
Quando sai dire grazie sei appagato,cioè beato
Ci pare questa una delle possibili letture di un’opera che parla di una donna che con l’età sta smarrendo la memoria e anche se stessa.
Alla fine saprà dire grazie con l’aiuto di un ortofonista che la assiste per correggere il suo linguaggio che e’ diventato dislessico.
Lui che corregge il linguaggio saprà correggere la tendenza dell’anziana che non sa ringraziare, forse anche perché ha conosciuto la durezza della persecuzione nazista
Ma il mondo non e’ solo intolleranza ma anche sapersi offrire .
Qualche volta si perde,forse anche la capacità di parlare, ma mai si deve perdere la dignità di saper dire grazie
Uno spettacolo ancora una volta pedagogico
Vito Sutto