Erri De Luca con voce sommessa ricorda Sarajevo e la poesia che sa sconfiggere il male della guerra.
Il Ristori è concentrato e lo scrittore sa parlare al cuore delle persone.
E sa ricordare quel conflitto nei Balcani che trent’anni fa sconvolse l’Europa.
I cecchini, le bombe, il loro sibilo, gli scoppi vicini e quelli più distanti, i sussulti dell’anima di chi non vuole rassegnarsi all’assurdo della storia di ieri e di oggi.
Il male di vivere è la guerra e alcuni non imparano mai la lezione della poesia che in qualsiasi tempo invoca la pace, l’armonia, la solidarietà e l’amore.
Anche di fronte alla malattia la poesia può essere la risposta.
E la musica ugualmente.
La serata è stata contrassegnata dalla musica che lenisce gli animi e dalla poesia.
Alleanza musica poesia, per dire no all’assurdità delle bombe.
Erri De Luca ne conserva ancora frammenti per non dimenticare.
Per non perdere la memoria di Izet Sarajlic cantore della tragedia.
La piccola orchestra balcanica che accompagna De Luca e Cosimo D’Amato, i due autori, restituisce serenità e pare sapere riconciliare l’uomo con la sua storia contradditoria, scritta con il sangue, ma anche con le pagine della poesia.


Vito Sutto

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