Gusti di Frontiera 2023

Gorizia- Giovedì pomeriggio l’ inaugurazione della fiera enogastronomica. Gusti di Frontiera svela le carte del suo mappamondo di gusti e sapori per l’edizione 2023, in programma da giovedì 21 a domenica 24 settembre. L’ormai collaudatissima kermesse enogastronomica, la più imponente e partecipata del Triveneto, appuntamento imprescindibile nel panorama nazionale, quest’anno diventa più che mai epicentro gastronomico d’Europa in vista dell’atteso appuntamento Go!2025, quando l’attenzione internazionale sarà tutta puntata su un territorio unico per storia, geografia, paesaggio e cultura, anche gastronomica. Non solo piatti e prodotti da tutto il mondo quindi – con 341 stand in rappresentanza di oltre 30 Paesi dei cinque continenti distribuiti tra strade e piazze – ma un posto d’onore riservato alle eccellenze locali «che già nella passata edizione di sono rivelate uno strumento formidabile di promozione del territorio», rilevano il Sindaco Rodolfo Ziberna e l’Assessore ai Grandi Eventi Arianna Bellan. Tra i grandi protagonisti di questa edizione della manifestazione alcuni tra i principali presidi Slow Food che troveranno casa nel nuovo “Parco del Gusto”, all’interno nell’area istituzionale ospitata nel Parco municipale. Un ruolo di primo piano sarà giocato anche dai prodotti con marchio Io sono FVG, attestazione della sostenibilità delle imprese regionali e la genuinità dei prodotti agro alimentari. «Come avevamo anticipato al termine di Gusti di Frontiera 2022 – sottolinea il Sindaco Ziberna – «intendiamo valorizzare al massimo la presenza di stand che propongono le eccellenze locali e regionali in vista del 2025, quando saremo Capitale europea della cultura assieme a Nova Gorica. Il grande successo che queste proposte hanno riscosso durante la passata edizione ci conferma che questa è la strada giusta». Dello stesso avviso anche l’Assessore Bellan nel sottolineare l’attenzione per le peculiarità del territorio, «particolarmente rilevanti proprio nell’ottica del 2025, quando Gorizia diventerà una vetrina internazionale, oltre che un osservatorio privilegiato sui fermenti culturali di un’importante porzione d’Europa»

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