La coscienza di Zeno esiste un’intima corrispondenza di sensi, un’affinità insieme genetica ed elettiva, un filo rosso carsico eppure tangibile che affiora fra le pagine del romanzo probabilmente più iconico del Novecento, italiano e mitteleuropeo.
La coscienza di Zeno compie cent’anni nel 2023 e, come in una macchina del tempo, ci proietta a ritroso verso il maggio 1923 che salutò la pubblicazione su carta, per l’editore Cappelli di Bologna, di uno dei capisaldi del modernismo letterario. Per questo le istituzioni culturali triestine, dall’Amministrazione comunale all’Università, dal Museo Sveviano alla rete biblioteche, hanno voluto riunirsi in un “dream team” che abbraccia i teatri cittadini e le scuole, i docenti e gli studenti, per lambire e coinvolgere i lettori de La coscienza di Zeno.
Il progetto – che nei prossimi tre mesi celebrerà l’anniversario come una festa pubblica e diffusa – è stata presentata oggi in una conferenza stampa dal sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, l’Assessore comunale Maurizio De Blasio, il curatore del Museo Sveviano Riccardo Cepach, l’Università degli Studi di Trieste con Ilaria Micheli (in rappresentanza del Rettore), Sergia Adamo ed Helena Lozano, la responsabile dell’Ufficio Stampa del Teatro Stabile Rossetti Ilaria Lucari e il Direttore artistico del Teatro Verdi di Trieste Paolo Rodda.
Spiccano nel programma due convegni di livello internazionale, a metà ottobre e nel mese di dicembre – in coincidenza con il compleanno di Svevo – capaci di far convergere su Trieste i maggiori studiosi italiani e internazionali della sua opera, ed ecco le mostre, le produzioni e anteprime teatrali, le passeggiate letterarie e narra-turistiche, gli incontri nei caffè e locali del centro storico, le maratone di lettura e persino le MEME-trasposizioni de La coscienza di Zenoprodotte dagli studenti di tutta Italia, oltre alle memorie personali dei lettori che potranno affidare ai social il proprio “corpo a corpo” con una pietra miliare del Novecento italiano.
100 ANNI DE LA COSCIENZA DI ZENO: I CONVEGNI
Offriranno l’occasione per rileggere l’opera di Svevo attraverso importanti e spesso innovativi approfondimenti letterari e scientifici i due convegni internazionaliin programma: il primo, a cura dell’Università di Trieste (12 – 14 ottobre), è incentrato sulla riscrittura, le traduzioni e la ricezione della Coscienza. Si intitola infatti “Cent’anni di Zeno. Ricezione, riscritture e traduzioni de «La Coscienza di Zeno» di Italo Svevo dal 1923 a oggi” e per tre giorni riunirà al Dipartimento di Studi Umanistici dell’ateneo triestino una cinquantina di relatori da tutto il mondo per discutere e riflettere sulla molteplicità di spunti che La Coscienza di Zeno ha suscitato e continua a suscitare.
Si confronteranno studiosi come Alberto Cavaglion (UniFi) sulle tracce di Vittorio Foa e Primo Levi lettori della Coscienza, Nunzia Palmieri (UniBG) che rileggerà le Tracce alchemiche nella Coscienza di Zeno, mentre Claudio Gigante (Université libre de Bruxelles) ricorderà che Il romanzo del desiderio, L’«illusione rinacque intera dopo ogni naufragio» e Sawa Ishii (University of Foreign Studies, Tokyo) si soffermerà su La traduzione delle opere di Italo Svevo in Giappone.
La coscienza di Zeno ha ricevuto i suoi primi riconoscimenti in Francia dal critico Benjamin Crémieux e in Italia da Eugenio Montale che ne riconosce il valore nel celebre saggio Omaggio a Italo Svevo, del 1925. Il romanzo è stato prima tradotto in francese da Paul-Henri Michel (1927), poi in inglese, tedesco e polacco, e attualmente ha traduzioni e ritraduzioni in albanese, arabo, bulgaro, catalano, ceco, cinese, croato, danese, ebraico, estone, finlandese, giapponese, lituano, neerlandese, norvegese, portoghese, rumeno, russo, serbo, sloveno, spagnolo, svedese, turco, ucraino, ungherese. Moltissime le scritture di secondo grado: memorabili la riduzione teatrale di Tullio Kezich, lo sceneggiato televisivo con la regia di Sandro Bolchi, il film di Francesca Comencini, le trasposizioni di William Kentridge. Il romanzo ha continuato a vivere anche nei commenti scolastici, mentre scrittori e scrittrici contemporanei di tutto il mondo – fra gli altri Paul Auster, Nathaniel Rich, J. M. Coetzee – ne hanno colto lo spirito e cercato di ricreare la peculiare mistura di ironia e cinismo, ma anche la grande consapevolezza dello statuto della scrittura e della letteratura stessa.
Il secondo convegno “I mondi di Zeno”, è programmato per il mese di dicembre, ideato e promosso dal Comune di Trieste – Museo Sveviano assieme alle Università di Oxford, Bologna, Roma La Sapienza, Udine e Trieste: si aprirà simbolicamente il 19 dicembre in corrispondenza del compleanno di Ettore Schmitz, per proseguire fino al 21 dicembre. Sono attesi a questo importante incontro di studi, del quale nel 2024 si pubblicheranno gli Atti, alcuni fra i massimi studiosi sveviani contemporanei: fra i relatori si segnalano Massimiliano Tortora (Università La Sapienza), Olmo Calzolari e Emma Bond della Oxford University; Rudolph Behrens (Ruhr-Universitat Bochum), Federico Bertoni (Università di Bologna), Silvia Contarini (Università di Udine), Sergia Adamo(Università di Trieste), Mario Sechi (Università di Bari) e il curatore dell’epistolario di Svevo Simone Ticciati. A cent’anni dall’uscita del capolavoro di Svevo – un’edizione passata pressoché inosservata, che in nessun modo lasciava immaginare longevità – l’opera viene festeggiata e nuovamente interrogata in un prestigioso appuntamento internazionale: è quello che accade ai capolavori, la cui interpretazione, per statuto e ricchezza intrinseca, è inesauribile. Un’opera che travalica i suoi stessi confini e finisce per generare quello che oggi, con un termine di moda, chiamiamo storyworld, un universo narrativo in espansione secondo logiche intertestuali, transgeneriche o addirittura transmediali. È una galassia testuale che ruota intorno alla soggettività eccentrica di questo personaggio, al suo mondo interiore, alla sua voce, a quella dissociazione tra pensiero e azione che è uno dei nomi della modernità. È insomma il mondo di Zeno. Anzi, i mondi di Zeno, come titola il convegno che seguirà tracce specifiche di ricerca: L’enciclopedia e i saperi di Svevo, con particolare attenzione al suo lessico; Un triestino in Europa: letterature, arti, media, dove spicca il campo – ancora in gran parte da esplorare – della filiazione dei mondi sveviani in un quadro di scritture, creazioni, metamorfosi espressive che attraversano le epoche, le frontiere geografiche e i rapporti inter artes (o inter media). Nella sessione Narrazione, mondi possibili, storyworlds si ragionerà su uno degli aspetti centrali del genio narrativo di Svevo: l’invenzione di una voce, di una maschera narratoriale che circuisce i suoi destinatari con strategie linguistiche tanto infide quanto sofisticate, minando alla radice lo statuto stesso della verità. Il Comitato scientifico del convegno è composto da Sergia Adamo, Federico Bertoni, Emma Bond, Olmo Calzolari, Riccardo Cepach, Silvia Contarini, Massimiliano Tortora.
L’articolato progetto per i Cent’anni de La coscienza, si era aperto alla fine del 2022, sempre in coincidenza con la ricorrenza del compleanno di Svevo, con l’inaugurazione al Museo Sveviano di Trieste della mostra “La quintessenza di Zeno. 100 anni di un classico moderno”, un percorso espositivo che ripercorre la genesi, la fortuna, le fonti, le teorie e le tematiche del romanzo attingendo alle collezioni del museo letterario nato dalla generosa donazione di Letizia Svevo Fonda Savio, figlia dello scrittore. La mostra – che ha già superato le ottomila presenze – sarà ancora visitabile fino al prossimo 28 ottobre.
E fino al 26 novembre al Museo d’Arte Moderna Ugo Carà di Muggia è in corso la mostra “La Città di Zeno. Segni e sogni sveviani dalla Collezione d’Arte della Fondazione CRTrieste”, a cura di Alessandro Del Puppo.