Una domenica, visitando un mercatino dell’antiquariato rimasi attratto da un piatto di ceramica rotto riparato con delle graffette in metallo (vedi le prime due foto). Fino ai primi anni del secolo scorso gran parte della popolazione italiana viveva in regime di povertà. Spiego con un esempio per dare l’idea del livello di povertà esistente all’epoca. I componenti di molte famiglie erano costretti a mangiare a turno sullo stesso piatto. Se un piatto si rompeva nasceva una tragedia. Non si buttava via il piatto rotto ma lo si faceva riparare. Acquistai il piatto e lo appesi ad una parete. Quando ogni tanto lo rivedo mi viene spontaneo fare alcune riflessioni che poi sfociano nella seguente domanda: cosa ha cancellato, cosa ci ha dato è ⁴cosa ci riserverà il progresso? Le risposte che mi do sono ad esempio: ha cancellato molte capacità manuali, ha cancellato il piacere di una vita in cui l’essere umano è l’attore principale, ha cancellato i rapporti sociali. Ci ha dato ad esempio la possibilità di soddisfare più facilmente i nostri bisogni primari e di godere cose che prima facevano parte solo della fantasia. Però a questo punto mi creo inevitabilmente una ulteriore domanda: a quale prezzo? Risposta: un prezzo molto alto che comprende rapporti umani quasi inesistenti e indiscutibilmente diversi, problemi ecologici (es. smaltimento rifiuti, sanità dell’ambiente), ecc. Considerando il fatto che una immagine ha un valore comunicativo superiore a qualsiasi testo mi è sorto il desiderio di realizzare un lavoro che fosse capace di far sorgere nella mente dell’osservatore la stessa domanda che io mi pongo ogniqualvolta mi trovo davanti al piatto cucito. Ho realizzato un lavoro che ho chiamato “sasso cucito” (visibile nella terza immagine) con due obiettivi: incuriosire l’osservatore di fronte a una figura enigmatica e successivamente farlo riflettere sulle conseguenze che il progresso produce nella nostra vita.

Nino Basso

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