Teatro Contatto: La denuncia di Ksenija

Teatro Contatto

La denuncia di Ksenija

Ksenija Martinovic e Federico Bellini, per Teatro Contatto, hanno proposto per due giorni la storia di Nikola Tesla cui si deve l’invenzione decisiva  della corrente alternata e altri brevetti che avrebbero dovuto dare all’umanità una grande risorsa:energia gratuita in ogni luogo del mondo.

Ma l’avidità del capitalismo tradusse il suo progetto umanitario in una speculazione , i banchieri del globo non vollero se non in parte tradurre il suo progetto e la deriva speculativa è ben nota.

Lo spettacolo racconta tramite l’artista serba Ksenija, questa vicenda. La Martinovic, con il suo fluido e squillante Italiano narra e spiega, MA SOPRATTUTTO DENUNCIA.

Il CAPITALISMO SI SERVE e quando ha usato getta, dimentica, non ha memoria, non ha anima.

Sul finale lo spettacolo propone una danza, quasi sfrenata dell’attrice che come mossa da scosse elettriche si produce in una corporeità snodata, articolando ballo e mosse, slanci ,quasi fossero anch’esse denuncia di una scoperta che doveva essere per tutti motivo di benessere e si trasforma invece in una dolorosa morsa ritmica che non ti permette di liberarti dalla tua condizione, che ti toglie le vesti e ti lascia nudo a combattere contro la speculazione che i grandi della terra vogliono gestire, apparentemente per il beneficio di tutti, realmente per il lucro di pochi.

La seminudità dell’artista che danza  ha a nostro avviso anche  un altro significato: la verità è nuda, ti permette di vedere tutto, tutte le macchinazioni del potere.

L’artista si spoglia solo alla fine dello spettacolo. Come dire che solo alla fine si puo’ capire veramente  la verità. Una verità che comunque prima o poi emerge. E’ solo questione di tempo.

Progetto in attraversamento  tra Artefici Residenze Creative FVG,Artisti Associati.

Dialoghi  Residenze delle Arti Performative  a Villa Manin, CSS Vettori, La Contrada, Teatro Stabile di Trieste. 

Sound design Antonio Della Marina, consulente scientifica Ivana Abramovic, coreografia Matilde Ceron, video Sonia Veronelli.

Vito Sutto

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