@Udinese-Milan

LA SETTIMANA BESTIALE –

Indimenticabili, in negativo, questi sette giorni: in mezzo alla mancata vittoria sulla Fiorentina e alla sconfitta per mano del Diavolo ecco martedì la bomba dei 12 anni di carcere (più 36 milioni di multa) chiesti dalla Procura fiscale spagnola per Gino Pozzo in merito ai conti del Granada dal 2009 al 2016. In pratica il club andaluso, allora controllato dai Pozzo, avrebbe dirottato in Lussemburgo, senza passare per il fisco, gli importi delle plusvalenze derivate dalla vendita di calciatori. Non conosco la legislazione iberica in materia, ma 12 anni di galera, richiesti per lo più con toni da caccia ad Al Capone, mi sembrano un’esagerazione, roba per chi scioglie qualcuno nell’acido!
L’Udinese si è premurata di ricordare che “il caso riguarda il Granada. Ed era già stato archiviato nel 2022”. Ma se oggi si fa esplicitamente il nome di Gino Pozzo (e di alcuni suoi collaboratori spagnoli) potrebbe significare che le indagini hanno fatto emergere dell’altro finora sommerso. In ogni caso, spero che Gino esca immacolato dalla vicenda perché in caso contrario inevitabilmente ci sarebbero ripercussioni anche sul fronte Udinese, di cui il figlio del Paron è il motore. E dunque teniamoci forte e speriamo bene.


ADESSO BASTA –

E’ l’ottantesimo il minuto fatidico, quello in cui l’Udinese comincia a tremare, se la fa addosso, e finisce per pareggiare o perdere partite che fin lì ha condotto con personalità e qualità indiscutibili. Non fosse così, oggi troveremmo l’Udinese nella parte sinistra della classifica.
Cosa accada ai bianconeri nell’ultimo quarto d’ora (recupero incluso) è un mistero, anzi no, è visibilissimo: si sciolgono, perdono collegamenti e convinzione, vanno nel panico, commettono errori da non credere. Ecco: scoprire l’arcano varrebbe la salvezza sicura, quella che oggi è tutta da conquistare.
E’ compito dello staff tecnico e dirigenziale, in primis di Gabriele Cioffi che invitiamo a riflette

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