Un tavolo per contrastare la marginalità e l’esclusione sociale delle persone e dei nuclei familiari più a rischio, favorendo un intervento congiunto tra i servizi sociali istituzionali e gli enti del terzo settore e potenziando, collegando il loro operato, la rete dei servizi a difesa della persona contro la marginalità. Questo è quanto si propone in estrema sintesi il protocollo “Reti” firmato oggi alla presenza del Sindaco di Udine e Presidente dell’Assemblea dei Sindaci del Servizio Sociale dei Comuni Ambito territoriale Friuli Centrale Alberto Felice De Toni.

Cosa prevede il protocollo

L’Intesa firmata oggi rilancia, attribuendole nuova energia, una progettualità che trova radici lontane, nel 2004, e che da allora è stata confermata a più riprese. Ha come finalità quella di sostenere, su tutto il territorio dell’Ambito territoriale, processi di aiuto integrati, sostegno ed accompagnamento in favore di persone e nuclei familiari che si trovano in situazione di grave svantaggio e per questo più esposti al rischio di esclusione sociale e marginalità. I destinatari sono, quindi, le persone che presentano situazioni critiche dal punto di vista economico, socio-relazionale, persone senza fissa dimora, ma anche detenuti ed ex detenuti o individui che hanno vissuto in famiglia l’esperienza della detenzione, in generale quelle persone che hanno visto disgregarsi gradualmente tutti le relazioni interpersonali.

Per queste persone non è efficace una presa in carico “semplice” da parte di un singolo servizio ma è indispensabile una presa in carico integrata, non solo dei servizi istituzionali ma anche da parte degli enti terzo settore, con il supporto della comunità del territorio. L’obiettivo è far crescere un certo grado di autonomia di queste persone, favorire processi di inclusione sociale e in questo modo prevenire situazioni di povertà, garantire un equo livello di assistenza e garantire una rete di servizi accessibile a tutti.

Le aree di intervento sono perciò principalmente tre: l’area della marginalità e della prevenzione dell’esclusione sociale, l’Area della promozione all’Abitare Sociale e l’area degli interventi a favore delle persone detenute (o ex detenute).

Nel concreto, sarà istituito un Tavolo di comunità, formato da almeno un rappresentante per ciascuna delle realtà che ha sottoscritto il protocollo, a cui sarà affidata la governance del progetto. Il tavolo si occuperà di rilevare e aggiornare costantemente i bisogni della popolazione più esposta a rischio marginalità e di individuare i gruppi operativi che prenderanno in carico le persone destinatarie dell’intervento.

Per rendere operativa la presa in carico integrata tra i vari soggetti coinvolti, saranno convocati i cosiddetti “Incontri di Rete”, almeno una volta al mese. Durante questi incontri gli enti coinvolti nel progetto analizzeranno e valuteranno le possibili soluzioni ai casi presi in carico e, a partire da queste considerazioni, stenderanno il progetto dedicato alle singole persone. All’interno del progetto saranno esplicitati gli obiettivi da perseguire e le azioni da realizzare, nonché i tempi di attuazione e gli impegni di ciascuno dei servizi partecipanti.

I soggetti coinvolti

A essere coinvolti nel protocollo è un intreccio di realtà: al tavolo parteciperanno infatti non solo i Servizi Sociali dell’Ambito territoriale, di cui il Comune di Udine è ente gestore, e altre istituzioni come l’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale, la casa circondariale di Udine e l’Ufficio Esecuzione Penale Esterna (Ministero della Giustizia) di Udine e Pordenone, ma anche gli enti religiosi o del terzo settore che da molto tempo operano nel territorio udinese a tutela della fascia della popolazione più fragile come il Centro Caritas dell’Arcidiocesi di Udine, il Comitato udinese della Croce Rossa Italiana, l’Associazione Vicini di Casa, il Centro Solidarietà Giovani “Giovanni Micesio”, Fondazione Casa dell’Immacolata di Don Emilio De Roja e l’Opera Diocesana Betania Onlus.

“Il sostegno alle fasce più deboli è al centro dell’agenda della nostra Amministrazione. La Udine che abbiamo in mente è una città che mette al centro la persona, la sua dimensione umana, le sue relazioni, la reale partecipazione alla vita pubblica. Non possiamo permettere che le difficoltà delle persone e delle famiglie, spesso di natura economica, compromettano la dignità dell’individuo e impediscano di creare legami con la propria comunità. Per questo motivo abbiamo aumentato il nostro impegno sul sociale”, sono queste le parole di commento del Sindaco De Toni alla presentazione del progetto. “In questo senso l’unione fa la forza. Unire le competenze e gli ambiti di intervento degli enti che lavorano per i più fragili – continua il Sindaco – permette loro di operare sempre meglio, a Udine e nei Comuni contermini, costruendo strade di reinserimento e di inclusione nuove, sempre più efficaci e attente ai bisogni delle persone. Il protocollo che firmiamo oggi è una risposta istituzionale che non prevede impegni di spesa aggiuntivi – conclude – ma piuttosto è la conferma di una volontà da parte dei soggetti, che ringrazio, di collaborare per il bene di persone che spesso risultano invisibili”.

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