Intervista a David Puente

David Puente vuoi raccontarci qualcosa di Udine: ormai ti senti un Udinese.

Ma assolutamente lo sono benché sia nato in Venezuela, sono cresciuto a casa con i vasi del Friuli io sentivo il Friulano a casa dei miei nonni poi ci siamo trasferiti in Italia siamo andati a Tarcento dove c’è la mia famiglia materna e da lì poi siamo arrivati a Udine nel ’94 da cui poi ho fatto le medie le superiori l’università e quindi io mi sento assolutamente Udinese e son felice di esserlo.

– David Puente è un esperto di fake news è un problema che è sempre più attuale e speriamo che non ci sia gente che usi queste fake news, perché un po’ rovinano quello che è l’aspetto delle notizie del giornalismo l’aspetto di giornalismo l’aspetto Democratico c’è un problema che purtroppo Queste eranno sempre sono sempre esistite in passato non si può dare la colpa a internet perché venivano diffuse anche prima in altre maniere i pamflet i giornali descritti.

Quindi comunque le notizie false circolavano già prima in altre maniere cambia il mezzo. Il mezzo diventa anche più potente Internet è potente e quindi non c’è la possibilità di pensare. Non voglio essere pessimista. Non dico che non vinceremo mai ma non vinceranno anche loro perché ci sarà sempre qualcuno che farà comunque la lotta per smentirla e ci sarà sempre questo confronto possiamo provare ad arginare spiegando alle persone come fare. Molto dipende da noi non tanto da chi diffonde la notizia certo e tante problematiche sono sia a livello internazionale che a livello locale

il problema alle volte è proprio quello di cui non abbiamo contatto diretto con la notizia quindi alle volte il problema si esaspera, perché magari riportando quello che ha sentito quell’altro si interpreta in maniera sbagliata quello che voleva dire quindi si rischia di dire una cosa sbagliata. Alle volte l’importanza di questo giornalismo è anche quello di avere una visione diretta delle cose.

Forse è un po’ l’errore del gioco che abbiamo fatto tutti da piccoli il ‘telefono senza fili’ quindi la notizia parte da una persona viene diffusa da un’altra. Magari ha tradotto male se è una parola straniera e si fanno interpretazioni di ogni genere ne ho trovate tantissime di questi casi veramente tanti e c’è il problema della fonte diretta. Magari c’è qualcuno che non riesce a ottenerla e questo è un problema ma purtroppo l’ambito del giornalismo è molto delicato è molto difficile. A volte siamo sempre di corsa mettiamo anche tutto il tema del precariato nell’ambito giornalistico gente che viene sottopagata ci sono tante e varie non possiamo accusare il giornalismo così solo perché giornalismo perché se non si conosce neanche che cosa succede all’interno di questo mondo!. Io che l’ho conosciuto entrandoci non si può, come nell’internet non si può dare la colpa a internet non si può dare al giornalismo la colpa. Ci sono dei problemi interni che vanno risolti alcuni arginati, alcuni tappati però per favore il giornalismo non è la lo spauracchio da attaccare. Ecco certo il problema è anche perché i blog e tutte queste cose danno le notizie però anche i giornalisti fanno il loro lavoro e cercano di portare a casa la notizia nel limite del tempo possibile in cui possono agire e fare quindi; non diamo per colpevoli sempre i giornalisti che cercano di fare un loro lavoro C’è il problema della velocità. Certamente del fatto di arrivare prima! è un classico e dico anche però che c’è anche la velocità degli utenti perché siamo abituati anche col cellulare a scrollare il pollice ponibile che abbiamo e poi alla fine pigiamo quel tasto condividi solo perché abbiamo letto un titolo; quindi un po’ c’è anche la colpa non solamente del giornalista che magari ha sbagliato ma anche di chi non ha letto una notizia e l’ha veicolata è un concorso di colpe e prima ce ne rendiamo conto. Forse magari riusciremo ad arginare meglio questo sistema.

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