Per la fotografia del film “C’È ANCORA DOMANI”

PER LA FOTOGRAFIA DEL FILM “C’È ANCORA DOMANI”

SPILIMBERGO –Se è vero che il mercato determina il futuro di un lavoro, nel campo della fotografia del film c’è ancora un futuro. Strano da dire quando tutti fanno le foto e addirittura molti giovani comunicano solo con le fotografie, dando un valore anche escatologico. L’importanza di questa materia che si sente pulsare e respirare determina una scelta logica. Creare un premio è quasi un dovere per cui il direttore della fotografia Davide Leone, per C’è ancora domani di Paola Cortellesi, il vincitore de Il Quarzo di Spilimbergo-Light Award, il premio che il festival Le Giornate della Luce di Spilimbergo – ideato da Gloria De Antoni che lo dirige assieme a Donato Guerra – assegna da dieci anni alla migliore fotografia di un film italiano dell’ultima stagione. Ieri sera, sabato 8 giugno, la cerimonia di premiazione al Cinema Miotto, condotta dal giornalista Maurizio Mannoni e Gloria De Antoni.

La giuria – capitanata da Monica Guerritore e composta dall’autore della fotografia Luan Ujkaj Amelio, il fotografo di scena e fotogiornalista Gianni Fiorito, la direttrice del cross-border film festival Poklon viziji/Omaggio a una visione Mateja Zorn e dal giornalista critico cinematografico e autore televisivo Oreste De Fornari – ha deciso di premiare Davide Leone perché il film di Paola Cortellesi – la storia di una donna del popolo nella Roma dell’immediato dopoguerra, storia di umiliazione, di sottomissione e di ribellione all’ordine patriarcale, storia tipica e insieme unica – non avrebbe conquistato così ampi consensi senza i salti di tono e di stile orchestrati dalla regista, capace di passare dal dramma alla commedia al musical, dal verismo alla caricatura. Tutto questo è stato reso possibile, almeno in parte, dal lavoro del direttore della fotografia Davide Leone, che ha usato il bianco e nero in omaggio al look dei film di allora (la grisaglia neorealista), spingendosi, da vero virtuoso, fino ad adottare il formato quadrato (i quattro terzi) nelle scene iniziali. Una strategia dell’ironia (più o meno sotterranea) che riesce a farci sospendere l’incredulità e a suggerire come la vicenda di questa romana, oppressa e umiliata (ma non per sempre), sia insieme remota e attualissima “.

Davide Leone si è aggiudicato anche Quarzo del pubblico.

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