Udine, 12 giugno 2024 – In un periodo in cui tutti si sentono frustrati per la mancanza dei loro diritti le persone cercano sempre più rispetto e le agende sembrano fatte per i grossi sistemi, che poco hanno a che fare con la povera gente che cammina per strada e per questo mi riferisco sia per i numerosi extracomunitari che per i tanti italiani sempre più emarginati. La volontà è quella di accelerare l’implementazione dell’Agenda 2030 dell’Onu, rafforzando l’impegno per lo sviluppo sostenibile del Paese: è l’obiettivo di oltre 50 atenei aderenti alla Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (RUS), che a Udine hanno definito i principi cardine del relativo manifesto. Il documento, impostato nel corso del convegno nazionale “Le università per lo sviluppo sostenibile del Paese” – organizzato dall’Ateneo friulano e dalla RUS, con il patrocinio della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui) – è stato al centro della discussione, presso il polo di via Margreth, nella giornata conclusiva della due giorni. Aggiorna la prima edizione redatta nel maggio del 2019, sempre a Udine, nell’ambito dell’evento “I Magnifici Incontri” organizzato dall’Ateneo con la Crui, e intitolato Da “Le Università per la Sostenibilità” a “La Sostenibilità nelle Università”.
Il documento sarà completato, nei prossimi giorni, integrando le proposte raccolte nel confronto odierno tra le università, prima di sottoporlo alla valutazione della CRUI per la condivisione con tutti i Rettori degli atenei aderenti alla RUS. Riconosce il ruolo fondamentale che gli atenei ricoprono nell’attuazione degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 e li invita a “essere ancora più proattivi nella realizzazione di interventi concreti, secondo diverse linee di azione”. Tra le principali, l’adozione dello Sviluppo sostenibile come paradigma di riferimento dell’organizzazione, delle strategie e degli interventi delle università; l’impegno a mettere a punto e a dare evidenza a strategie e piani d’azione volti a favorire la giustizia ambientale, sociale, intra e inter-generazionale; la promozione della pace tra i popoli e le nazioni, quale valore universale fondamentale per lo sviluppo sostenibile; il rafforzamento delle collaborazioni e delle partnership con società civile, imprese, governo a livello locale e transnazionale per la valorizzazione delle conoscenze e per la decarbonizzazione dei campus e delle città.
«Con questa seconda edizione del Manifesto – sottolinea il rettore Roberto Pinton – si sancisce la rinnovata disponibilità e la volontà delle università a contribuire allo sviluppo sostenibile, non solo delle comunità territoriali ma in termini più ampi di tutto il Paese. Il nostro Ateneo e gli altri 85 atenei coinvolti si impegnano a essere ancora più proattivi nella concretizzazione di interventi, in base alle principali linee di azione indicate, che rilanciano e integrano quelle del documento siglato, sempre a Udine, cinque anni fa».
«La Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile – spiega la presidente Patrizia Lombardi – in questi cinque anni ha monitorato il progresso compiuto dagli atenei nel campo della transizione ecologica e sociale dei territori ed ha prodotto linee guida a supporto dei diversi campi di azione (energia, mobilità, cambiamenti climatici, risorse, educazione, ecc.), individuando anche indicatori e buone pratiche. Sono evidenti i progressi compiuti, ad esempio, sono triplicati gli office di sostenibilità delle università aderenti alla Rete ed il paradigma dello sviluppo sostenibile è esplicitato nei Piani strategici di ateneo in quasi la totalità degli atenei, ma è innegabile che siano necessari incentivi e fondi di funzionamento dedicati al tema, oltre che riconoscimenti, ad esempio negli avanzamenti di carriera, se vogliamo che questi sforzi diventino prassi comune».
Salvatore Amaduzzi, delegato alla sostenibilità dell’Ateneo friulano, ha evidenziato come «sfruttando l’onda positiva di questo evento e la direzione indicata dal nuovo manifesto il nostro obiettivo dei prossimi mesi sarà quello di stimolare un maggior coinvolgimento delle componenti accademiche: studenti, docenti e personale tecnico amministrativo. La sostenibilità inoltre verrà inserita nel redigendo nuovo statuto del nostro Ateneo per sottolineare l’impegno e l’attenzione che si vuole dare alla stessa in ogni futura attività e iniziativa».
La presentazione del documento conclude la due giorni di confronto – non solo accademico ma che ha coinvolto anche numerosi rappresentanti di enti, reti e associazioni nazionali e territoriali – sugli strumenti disponibili, le buone pratiche, i risultati ottenuti e le problematiche da risolvere per massimizzare l’impatto delle azioni messe in atto dagli atenei. Tra gli aspetti approfonditi, anche il rapporto delle università con le città e l’impatto sociale degli atenei. Questo mercoledì i lavori sono stati sviluppati in tre sessioni di lavoro dedicate, rispettivamente, a metodi, indicatori e metriche per la valutazione dello sviluppo sostenibile; attività, pratiche e procedure di sviluppo sostenibile; strutture, organizzazione e programmazione dello sviluppo sostenibile.
L’impegno della RUS
La Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile ha dato seguito all’attuazione del Manifesto del 2019 avviando un tavolo di lavoro specifico, Capacity building e best practice, che ha prodotto un rapporto sulla definizione di indicatori, linee guida e best practice. Il Rapporto, oltre a dare indicazioni sull’organizzazione delle strutture per la governance della sostenibilità e su come identificare una “buona pratica”, vuole fornire indicazioni su come misurare il successo di azioni e iniziative di impatto sociale degli atenei relativamente a otto grandi temi: cambiamenti climatici, cibo, educazione, energia, inclusione e giustizia sociale, mobilità, risorse e rifiuti, università per l’industria.
Le azioni dell’Università di Udine
L’Ateneo friulano fa parte della RUS dal 2016. Da tempo è impegnato a favore dello sviluppo sostenibile, con iniziative formative, scientifiche e divulgative. Numerosi i progetti concretizzati, tra i principali: Casa-lavoro in bici, volto a ridurre l’impatto ambientale conseguente all’uso di veicoli a motore e a promuovere uno stile di vita più sano; il servizio di carpooling, che consente a studenti, docenti e personale di condividere la propria automobile lungo il tragitto casa-Università-casa; il Portale del riuso, attraverso cui l’Ateneo cede gratuitamente beni e attrezzature in dismissione ad altri enti pubblici, scuole e organizzazioni no profit; il corso sullo sviluppo sostenibile destinato a studenti e studentesse, al personale accademico e ad enti esterni. E ancora: l’installazione di una cinquantina di distributori automatici sostenibili e di una ventina di postazioni per l’erogazione d’acqua potabile in varie sedi; il progetto di ricerca “Zero Waste e sostenibilità turistica”, volto a sensibilizzare studenti, cittadini, operatori turistici e turisti sulla riduzione dei rifiuti e la loro corretta gestione e prevenzione; l’iniziativa “Orti d’ateneo”, con vari lotti agricoli a disposizione di personale e studenti presso l’Azienda Agraria Universitaria “Antonio Servadei”; l’accordo attuativo con la Regione Friuli Venezia Giulia per promuovere la sottoscrizione di Contratti di Fiume sul territorio regionale. Riguardo all’efficientamento energetico, sono stati installati alcuni impianti fotovoltaici, sostituiti migliaia di corpi illuminanti con sistemi a led e migliorati gli impianti di climatizzazione.
Il progetto 100 Mission Cities
In Europa è stato lanciato il progetto “100 Mission Cities” con l’obiettivo di giungere a una decarbonizzazione delle città entro il 2030. Le città italiane aderenti sono: Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma, Torino. Territori, città e regioni sono coinvolti in questa transizione che vede le università impegnate a supportare lo sviluppo sostenibile del Paese attraverso formazione, ricerca, innovazione, condivisione delle conoscenze, leadership esterna e capacità organizzativa interna.