Kosta Runjaić: il nuovo allenatore dell'Udinese

Non più tardi di tre settimane fa, all’indomani della grande paura (di
finire in B), partecipando a una trasmissione radiofonica ebbi a dire
suscitando una certa sorpresa tra gli astanti: “Ci sarà un prima e un
dopo, questa travagliata stagione, salvata per un pelo, genererà una
svolta epocale”.

Ma, calati come siamo nel nostro piccolo mondo friulano, avvinghiati
alla nostra storia e a modelli e rapporti che ci sono sempre apparsi
virtuosi all’insegna del “piccolo è bello”, insomma con visioni di
romantica prospettiva piuttosto che di puro pragmatismo, mai avremmo
immaginato che l’Udinese virasse di 180 gradi per immergersi in una
nuova dimensione di carattere decisamente internazionale, e dove anche
la sede decisionale sarà lontana dal Friuli.

Durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo organigramma
tecnico, per la prima volta si è parlato apertamente della connessione
tra il club bianconero e il Watford: due club sinergici sotto un unico
comando, quello di Gino Pozzo che avrà come uomo di fiducia ed
emanazione operativa un dirigente di lungo corso (in Italia e in
Inghilterra) come il direttore Gian Luca Nani, il quale opererà da
Londra e a sua volta si varrà di Gokhan Inler come referente per la
piazza udinese. Lo svizzero-turco sulla soglia dei 40 anni torna in
Friuli per cominciare la nuova carriera da dirigente dopo aver vestito
la maglia bianconera da apprezzato giocatore per 162 partite dal 2007
al 2011. Uno che non si accontenta di apparire, vuole incidere come
faceva in campo, ponendosi come riferimento e tramite per i giocatori.

“Una sinergia virtuosa – ha sottolineato Nani – nell’interesse
reciproco e seguitando nella strategia di scoprire e inseguire giovani
di talento in ogni parte del mondo, secondo un modello di scouting che
Gino Pozzo è stato tra i primi a perseguire”. Come dire che
assisteremo a sistematici travasi tra i due club. Giusto per
ricordare, negli ultimi anni sono stati ben 21 i giocatori passati dal
Watford all’Udinese, di cui meno della metà si sono rivelati innesti
effettivamente produttivi.

KOSTA RUNJAIC – Il nuovo allenatore ha lasciato una buona impressione
sulla base delle prime dichiarazioni fatte in inglese (parla quattro
lingue, come Inler del resto) e filtrate da una traduzione che
giocoforza non ha potuto addentrarsi nelle sfumature, quelle che
spesso fanno la differenza e aiutano a inquadrare il personaggio.
Sintetizzando quanto ha detto, se ne ricava la seguente
autopromozione: “Fidatevi di me, sono pronto per questa esperienza”.

Concreto, diretto, sicuro, con la forza che deriva da esperienze di
vita non sempre facili: fino a 3 anni ha vissuto con la nonna nell’ex
Jugoslavia prima di raggiungere la Germania dove i genitori si erano
trasferiti per lavoro. Oggi a 53 anni, con moglie e tre figli, Kosta
Runjaic si sente pronto per l’ottava sfida della sua carriera di
allenatore con un bagaglio personale di conoscenze, sperimentazioni e
convinzioni che ha riassunto nel suo credo calcistico, ispirato da
Jurgen Klopp e prima ancora dal nostro santone Arrigo Sacchi. Tre i
punti chiave per arrivare a una squadra dallo stile subito
riconoscibile: controllo del gioco, intensità, organizzazione.

Proprio le caratteristiche che hanno acceso i fari di Gino Pozzo su di
lui condottiero del Legia Varsavia capace di dominare l’Aston Villa in
Conference League.

Non si è dato tempi precisi o scadenze: “Il nostro dovrà essere un
progresso continuo per arrivare a un calcio aggressivo, propositivo,
del quale i nostri tifosi siano orgogliosi”. Assunto con contratto
biennale, Runjaic si varrà di due collaboratori che già aveva con sé
al Legia: “Abbiamo un sistema collaudato di lavoro, ma so adattarmi
alle diverse situazioni, sono aperto alle novità”.

A testimoniare l’azzeramento totale del pregresso, dello staff non
farà parte Giampiero Pinzi, che aveva affiancato Cannavaro nel
programma salvezza. Anche lui, con non poco rammarico dei tifosi,
escluso dal nuovo corso bianconero come i tecnici italiani (prima
Cannavaro per arrivare a Di Francesco) che puntavano alla panchina
bianconera contando su un progetto sportivo da valorizzare e che li
valorizzasse.

LA SQUADRA – Cautela, cenni vaghi, due sole ammissioni sull’Udinese
che verrà. Lorenzo Lucca, riscattato per una decina di milioni,
resterà in organico completando la maturazione in bianconero; come
pure si punta a trattenere Thauvin, di cui anche a Runjaic farà comodo
la qualità. Nulla di certo su Pereyra (contratto scaduto,
probabilmente tornerà in Argentina), mentre per quanto riguarda
Pafundi il pallino non ce l’ha più in mano l’Udinese.

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