Appena rientrato da Sanremo, dove sul rinomato palco del Teatro Ariston gli è stata attribuita la prestigiosa “Targa Tenco” nella sua veste di produttore discografico del disco “Sarò Franco, canzoni inedite di Califano”, eletto dalla giuria di circa 300 giornalisti (della carta stampata, del web e della radiotelevisione) quale “Miglior album a progetto dell’anno 2024”, il discografico Alberto Zeppieri (udinese di nascita e capoverdiano di adozione, in quanto dal 2018 residente nell’isola di Sal) è già pronto a lanciare la sua prossima “creatura”.

Si tratta del nuovissimo concorso “Premio Santercole”, per chi pratica, scrive e frequenta la “musica d’autore”. Dedicato al compianto Gino Santercole (per il quale Zeppieri aveva prodotto il disco “Non sono Celentano!”), autore dei più grandi successi ai tempi del Clan, il concorso prevede le esecuzioni delle sue canzoni più belle e di canzoni nuove scritte dai finalisti, selezionati dallo stesso Zeppieri (direttore artistico del Premio) e dagli altri componenti della giuria, formata da: Melù Santercole (presidente), Grazia Di Michele (portavoce), Ernesto Bassignano (cantautore), Maria Berardi (giornalista, sceneggiatrice, autrice), Aldo Celentano (sosia europeo del “Molleggiato”), Daniela Martani (cantante e opinionista), Mita Medici (attrice e cantante), Nisi (cantautore e fondatore dei Milk and Coffee e degli Oggi 4uattro), Ryan Paris (ospite internazionale) e Stefano Pozzovivo (Radio Subasio).

Saranno loro, sabato 9 novembre al teatro auditorium “Don Sebastiano Plutino” di Roma (quartiere San Pietro – Vaticano) a stabilire i vincitori delle targhe per il miglior testo, la miglior musica, la miglior prestazione artistica, la cover di Santercole più riuscita e infine il vincitore assoluto del Premio Santercole. Tra i vantaggi connessi al prestigio e alla premiazione – tra i quali la pubblicazione e la promozione di un singolo digitale a cura dell’etichetta discografica nazionale Azzurra Music – il vincitore avrà diritto a partecipare al festival dei festival presso il Mei di Faenza.

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