Una sala affollata ha seguito con molta attenzione venerdì 15 novembre il Convegno organizzato dalla Storica Società Operaia di Pordenone, sul fenomeno dell’alcolismo tra i giovaniuna situazione di rischio che tende a passare quasi “inosservato”, ovvero una “epidemia silente”, ma che in realtà è alla base di numerose problematiche di salute fisica e psicologica, comprese aggressività e violenza, minando anche un corretto sviluppo cognitivo, come hanno sottolineato nell’introduzione la Consigliera SOMSI Lucilla Moro, coordinatrice dell’evento, e il dottor Guido Lucchini, Presidente dell’Ordine Provinciale Medici Chirurghi e Odontoiatri.

La dottoressa Cristina Meneguzzi, Direttrice del Dipartimento Dipendenze e Salute Mentale di ASFO Pordenone ha riportato alcuni dati importanti, tratti dallo studio PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) dell’Istituto Superiore di Sanità: i comportamenti definiti a maggiore rischio sono al 18% su base nazionale, mentre in Friuli Venezia Giulia sono al 29%, a Pordenone toccano il 27%.Tra i 18 e i 24 anni c’è inoltre un 23% di giovani che afferma di fare uso del “binge drinking”, una pratica che prevede il consumo di elevate quantità di alcol in un breve lasso di tempo. Si riscontra inoltre un aumento progressivo dal 2020, post-Covid, e un abbassamento dell’età, cosa che preoccupa sempre di più.

Un dato che non va trascurato anche secondo l’Assessora alle Politiche Sociali del Comune di Pordenone Guglielmina Cucci, che ha rimarcato come “l’Ente pubblico, ma la collettività tutta, in quanto comunità educante, deve fare fronte comune nel creare un’alleanza forte con le famiglie, le scuole, gli enti del terzo settore”. Della stessa opinione è anche Elisa Paiero, del Servizio giovani della Cooperativa Il Piccolo Principe, per la quale “è fondamentale, nella prevenzione, il ruolo delle figure adulte, quindi giocare in sinergia con gli insegnanti e coinvolgere le associazioni, le comunità locali e i gli amministratori politici, per ottenere i migliori risultati.”

Infine Loris Calligaro dell’ACAT Pordenone ha sottolineato che, pur essendo molti i Club di alcolisti in trattamento attivi sul territorio (circa 140 in Regione, 10 solo nell’area tra Pordenone e Porcia, 40 in tutto il distretto dell’Azienda Sanitaria), sono pochi purtroppo i giovani che li frequentano. Eppure affrontare e risolvere il problema, anche precocemente, è possibile, con l’aiuto anche dei moltissimi volontari che prestano la loro opera gratuitamente, a servizio delle famiglie e della comunità.

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