Donne dell’acqua e contratti di fiume. A Corno di Rosazzo esperienze per la gestione partecipata del bene comune acqua e testimonianze di donne impegnate nella tutela dei beni ambientali

Corno di Rosazzo, 23 novembre 2024 | I contratti di fiume come strumento per gestire i territori in modo partecipato e rafforzare il senso di comunità, e per superare il gender gap. In 

nel corso dell’evento dal titolo “Contratti di Fiume, processi per la gestione ordinaria del bene comune acqua in una regione di confine. Guardando a GO!2025” che si è svolto mercoledì 13 novembre a Villa Nachini Cabassi davanti a un pubblico numerosissimo. Ampia la partecipazione di persone del mondo della politica, delle pubbliche amministrazioni, degli albi professionali e dell’associazionismo. 

A Corno di Rosazzo si sono incontrati, per la prima volta in Friuli-Venezia Giulia, il Tavolo nazionale e il Tavolo regionale dei Contratti di Fiume che hanno rafforzato ancora di più la collaborazione già in essere. L’idea di portare un evento così importante in regione, centrato sulla gestione dei corpi idrici in chiave integrata, è nata, dopo l’esperienza dell’incontro del Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume a Napoli nel dicembre 2023, dalle donne friulane dei vari contratti di fiume che da anni si impegnano su questi processi partecipati. Chiaro l’obiettivo: focalizzare l’attenzione sulla cultura della gestione delle acque in un’area di confine come il Friuli-Venezia Giulia, le cui acque transfrontaliere offrono opportunità di collaborazione con la vicina Slovenia, e in un momento storico in cui, a fronte dei cambiamenti climatici, si assiste a eventi sempre più estremi cui spesso non si è in grado di rispondere in modo efficace. di programmazione strategica e negoziata all’interno della quale si punta a valorizzare il contributo Friuli-Venezia Giulia sono 7 i contratti di fiume e coinvolgono 68 Comuni, il 30% del territorio regionale: una forma 

delle donne e la presenza femminile in ruoli apicali per la diffusione di buone pratiche anche nel resto del territorio italiano. È quanto emerso a Corno di Rosazzo  «I contratti di fiume sono una grande opportunità per i territori, contribuiscono alla creazione di comunità di progetto, ovvero comunità consapevoli, che conoscono e quindi agiscono, supportando 

concretamente gli amministratori locali nella gestione di questi processi – spiega Elena Gasparin, la Presidente dell’Associazione Judrio, soggetto promotore del Contratto di Fiume Judrio–.

All’interno di questi strumenti partecipativi e nel settore idrico in generale, va riconosciuto il contributo delle  donne nelle dinamiche legate all’acqua, valorizzate competenze e talenti femminili, e sostenuta la partecipazione attiva delle donne alle decisioni che riguardano gestione di beni comuni come terra e acqua e politiche idriche e ambientali a esse connesse. Un impegno finalizzato al raggiungimento dell’uguaglianza di genere, che passa per il rafforzamento de Compa Fvg, Regione e Università di Udine di avviare laboratori di coprogettazione destinati alla formazione di professioniste e professionisti già pubblici dipendenti, ma anche liberi professionisti, 

Per questa ragione, si è pensato di proporre a 

che sappiano intervenire concretamente sia sotto il profilo tecnico sia sotto quello di gestione dei 

gruppi affinché i contratti di fiume siano percepiti e capiti come risorse, quali realmente sono, e non 

come problemi dagli amministratori locali. Tra le altre proposte emerse – continua Elena Gasparin 

–, ci sono anche quella di costituire in seno alla Regione una Posizione organizzativa con proprio 

personale per supportare l’avvio dei contratti di fiume e di riconoscere la centralità dei contratti di 

fiume nei bandi di finanziamento affinché siano un elemento premiante per la costruzione di 

progetti culturali e ambientali». 

tecnici di gestione dei processi dei contratti di Fiume. 

ll’empowerment femminile nei settori 

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All’incontro, aperto dall’intervento del sindaco di Corno di Rosazzo Daniele Moschioni, ha voluto 

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portare un saluto 

l’On. Vannia Gava, viceministra dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. 

«Quest’anno siamo giunti alla firma del Piano d’azione di un ulteriore contratto di fiume, quello 

dell’Alto Livenza, il quarto in regione, ed è stato siglato il documento di intenti del Contratto di fiume 

del Noncello. Auspichiamo, inoltre, una progressiva delineazione dei percorsi che ci porteranno alla 

firma del contratto di fiume dello Judrio. Questi strumenti, che rappresentano una tipologia di 

processo condiviso di pianificazione e programmazione, possono essere una efficace soluzione per 

la gestione dei territori fluviali» 

ha detto l’assessore regionale alla Difesa dell’Ambiente Fabio 

Scoccimarro, 

,
intervenendo all’incontro con un videomessaggio nel quale ha evidenziato la «forte 

spinta in regione all’utilizzo di questa forma di politica partecipata che coinvolge diversi soggetti istituzionali e privati nella gestione e nel miglioramento dello stato qualitativo dei territori fluviali, come anche sollecitato delle Politiche comunitarie e nazionali». L’assessore ha anche espresso apprezzamento per la scelta di legare il tema delle donne impegnate nella gestione della risorsa idrica e dei Contratti di fiume con l’esperienza nazionale delle Donne dell’acqua, campagna lanciata dal Tavolo nazionale dei contratti di fiume per promuovere e favorire percorsi di empowerment femminile in settori, come quello idrico, a forte componente maschile, nell’ambito dello sviluppo sostenibile e della transizione ecologica. 

In questo senso, preziose sono state le testimonianze di alcune donne friulane che si sono distinte per attività legate alla tutela delle risorse ambientali e alla valorizzazione del territorio: Anna Scaini ricercatrice dell’Università di Stoccolma e Bolin Centre for Climate Research; Chiara Scaini, ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste; Silvia San Marco, consulente della FAO – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura; Alberta Bulfon, imprenditrice del vino, studiosa di storia e arte locali, conoscitrice del territorio del Tagliamento; Cristina Noacco, docente dell’Università di Tolosa, autrice di volumi dedicati alle acque della regione. 

Un momento di confronto importante che è proseguito con gli interventi, tra gli altri, di Laura Albani, del Dipartimento cura del territorio e protezione civile dell’ANCI nazionale; di Massimo Bastiani, Coordinatore nazionale del Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume; di Paola Rizzuto, Coordinatrice nazionale de “Le Donne dell’acqua” del Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume: «Gli eventi atmosferici eccezionali sono ormai la nostra ordinarietà e pertanto bisogna avvicinare le comunità ai beni comuni». Francesco Visentin e Anna Brusarosco, Tavolo Regionale dei Contratti di Fiume Francesco Puma, componente del comitato di pilotaggio del Tavolo nazionale dei Contratti di fiume che ha evidenziato l’importanza dei Contratti di Fiume proprio nell’ottica della coprogettazione; Gian Antonio Battistel della Fondazione Edmund Mach, EUSALP AG6 che, in vista del Forum annuale della strategia europea per le Regioni alpine, ha illustrato i nuovi canali europei di finanziamento dedicati ai Contratti di fiume. 

All’incontro è intervenuto anche il Presidente del Consiglio regionale Mauro Bordin. 

L’incontro è stato organizzato dal Comune di Corno di Rosazzo insieme a Regione Friuli-Venezia Giulia, Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume, il Tavolo Regionale dei Contratti di Fiume e Associazione Judrio in collaborazione con l’Università degli Studi di Udine, il Consorzio di Bonifica della Venezia Giulia, il Consorzio di Bonifica della Pianura Friulana, Compa FVG, ANCI FVG e Circolo culturale di Corno di Rosazzo, con il supporto di GO2025 e Io sono Friuli Venezia Giulia. 

alla valorizzazione ambientale e allo sviluppo delle attività legate ai corsi d’acqua. È molto utile 

«Ogni fiume – ha osservato – coinvolge tante e diverse realtà e serve una gestione comune che punti alla tutela,  coinvolgere i cittadini, le realtà ambientaliste e le associazioni, attraverso uno strumento di 

partecipazione, come il contratto di fiume, in grado di raccogliere la maggior parte delle istanze». 

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