Dacci oggi la nostra cavolata quotidiana. Anzi, le cavolate sono due,
tanti quanti i gol con cui l’Inter estromette l’Udinese dalla coppa
Italia. Ma meglio sarebbe dire che l’Udinese si è eliminata da sola,
come troppo spesso le è accaduto in questa quasi metà di stagione.

Tutto avviene negli ultimi 17 minuti del primo tempo (pallone regalato
in uscita da Ekkelenkamp e rete di Arnautovic; raddoppio direttamente
da corner di Asllani!), perché la ripresa si è risolta in un
allenamento per i nerazzurri ma pure in un qualche profitto per i
giovani apprendisti che un “fantasioso” Runjaic ha inserito a piene
mani garantendo loro visibilità e l’opportunità di fare un po’ di
esperienza nel tempio di San Siro. Fuori della Coppa, ora all’Udinese
resta il solo campionato, quindi questi giovani non avranno tante
altre possibilità di mettersi in mostra e alcuni di essi saranno
piazzati da qualche parte nel mercato di gennaio.

Potremmo chiuderla qui, consegnando pagelle disseminate di 4 e 5 a
cominciare dal povero portierino Edoardo Piana, ma si farebbe torto al
fatto del giorno, cioè il materializzarsi sul campo di Alexis Sanchez
proprio nel giorno del suo trentaseiesimo compleanno.

Ma avete visto che roba? Certo, il fisico si è appesantito, la
reattività non è la stessa della gioventù, ma tutto il resto è intatto
come ce lo ricordavamo: ossia la classe, la voglia, l’istinto
vincente, il piglio del trascinatore. “Ma che ca… fai!” ha urlato
all’improvvido Ekkelenkamp incenerendolo con lo sguardo.

Ha giocato un tempo Alexis, così preservandosi per il match di lunedì
prossimo a Firenze, facendo però capire molte cose. Ad esempio come si
sta in campo, come si può essere utili anche in fase difensiva
intuendo e schermando le linee di passaggio, come si arretra per
cucire il gioco e rilanciare l’azione, come si assiste la prima punta.
Un campionario che, in questa Udinese, permetterà a Sanchez, se la
salute lo assisterà, di giocare fino a quarant’anni, ponendosi come
riferimento ed esempio per i tanti giovani che continueranno a
transitare dalle nostre parti. A proposito dei quali ci sentiamo di
spendere buone parole per il classico centrocampista Atta e per la
forza della natura che risponde al nome di James Abankwah, uno
soltanto da disciplinare per avviarlo a un futuro da primattore.

Pensiamo di non esagerare sostenendo che l’apparizione di Sanchez
segna un prima e un dopo in questa stagione, a patto che mister Kosta
eviti strategie speculative per trovare equilibri che esaltino il
meglio che ha tra le mani. Ciò che ha promesso proprio l’altro giorno
nell’incontro con la stampa, dicendosi convinto che il bello per
questa Udinese deve ancora arrivare.

Per rinfrescare: quante altre squadre potranno schierare un trio
offensivo qualitativo e complementare come quello formato da Lucca (o
Davis) e alle spalle Sanchez e capitan Thauvin? E il resto reggerà la
parte con le opportune correzioni, almeno una riferita alla fascia
destra dove Gino Pozzo dovrà intervenire recapitando a gennaio un
esterno degno di questo nome, già pronto. Con il recupero di Payero e
il miglior Lovric il centrocampo è a posto, mentre la difesa ha
bisogno di una stabilizzazione, di poter contare su uomini sicuri e in
tal senso l’innesto di Omar Solet, uno solido e d’esperienza, chiuderà
il cerchio.

Vi sembriamo troppo ottimisti? Se le cose s’incanalano come dovrebbero
e pensiamo, ne vedremo delle belle. Ci spingiamo fino al punto di
immaginare che già lunedì a Firenze arriverà il regalo natalizio.

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