Però quel Gasp, mai visto un fondoschiena così!
Dalla partitaccia di Verona alla partitona con l’Atalanta: due zero a zero consecutivi ma vuoi mettere, c’è un abisso di mezzo! Quest’ultima è stata un’Udinese al limite della perfezione per un tempo, e ben inquadrata pure nella ripresa al calare delle energie. Ecco la squadra che si sognava all’inizio della stagione, che però nell’occasione ha dovuto subire anche l’attacco di una variabile imbattibile se ce l’hai nemica: la fortuna.
Come già nella partita d’andata, decisa dalla sciagurata autorete di Tourè, Gasperini ha avuto come alleato un
fondoschiena da quintale, se si pensa soltanto ai due legni colpiti da Sanchez nella stessa azione di un primo tempo in cui il migliore in campo per i bergamaschi è stato il portiere Carnesecchi.
E’ l’Udinese del duo Splendor, anzi del trio. Accanto ai fantasisti
Thauvin e Sanchez arruoliamo un terzo uomo, Oumar Solet, che finalmente ha fatto tornare i conti in terza linea se è vero che da due partite, da quando è stato schierato titolare fisso, l’Udinese non prende gol.
E’ la prima volta in stagione che la squadra bianconera mantiene la porta immacolata per due partite consecutive. Non era mai successo prima.
Personalità, proprietà tecnica, fisicità… veramente un difensore di caratura superiore questo francese svincolato dal Salisburgo e meritevole di segnalazione anche per la scelta di Udine, privilegiata nonostante proposte più allettanti in Turchia. Bravo e innamorato dei nostri colori, per questo ci è doppiamente simpatico. La presenza di Solet, oltretutto, sta avendo benefici effetti a cascata sui colleghi di reparto: Kristensen non vuole essere da meno e si propone con applicazione e disciplina senza perdere un colpo; Bijol ha riacquistato serenità e tempismo, non serve che si faccia in quattro, finendo in affanno e fuori misura, per tappare le falle quando si trova a fianco altri compari.
La immaginavamo proprio così l’Udinese che doveva venire nei momenti in cui gli errori individuali, le leggerezze di reparto, e pure qualche tentennamento dello stesso Runjaic a partite in corso, facevano franare il lavoro settimanale. Su queste pagine non ci è mai mancato il realismo più che l’ottimismo: se prendono un buon difensore e con l’inserimento del Nino vedremo un’altra Udinese, quella giusta.
Sanchez è un valore aggiunto eccezionale, quello che alza il livello generale: recuperi palla, gliela recapiti e sai che finirà in
cassaforte, ne uscirà qualcosa di mai banale. E attenzione alle leggerezze e alle distrazioni, lui ti fulmina, fa gli occhiacci: ehi, mica stiamo giocando a pimpinella! Già leader, sicuro di se stesso e della parte che recita. Se a 36 anni ha deciso di rimettersi in gioco, di tornare là dove aveva conosciuto le prime glorie con la voglia di risultare ancora decisivo e meritarsene altre, va soltanto esaltato e applaudito.
Gasperini, a fine partita, ha sottolineato la superiore fisicità dei
bianconeri, come si trattasse di una squadra di palestrati e
sollevatori di pesi. Eh no, vecchio Gasp, qui c’è dell’altro, a
cominciare da una perfetta lettura della partita da parte di Runjaic,
che l’Atalanta l’ha studiata proprio bene, al punto da (quasi)
cancellarla dal campo per i primi 45 minuti, ciò che era riuscito a
pochissime squadre anche di caratura europea. E poi: va bene la
fisicità, ma nell’Udinese di oggi c’è anche gente di qualità, coi
piedi buoni, vedasi per esempio la naturalezza con cui i bianconeri
uscivano dal pressing o l’impostazione di trame e transizioni di
qualità tecnica.
E allora in conferenza stampa è balenata la parola Europa. Può ambirvi
l’Udinese? “No” ha replicato furbescamente il tedesco. Ben detto, mai
sbilanciarsi, poi se accadrà sarà tanto di guadagnato. Si è sciolto
invece, Runjaic, davanti alla prospettiva che per molti – anche per il
sottoscritto – dovrà rappresentare il punto d’arrivo: vedere la potenza e la
concretezza di Lucca (o Davis) sommate alla classe e alla fantasia del
“duo Splendor”, così da sprigionare le migliori potenzialità della
rosa. Ci arriveremo, garantito che ci arriveremo. In caso contrario
sarebbe uno spreco imperdonabile.