Splash! Un altro tonfo della squadra inaffidabile e traditrice che si
sta rivelando l’Udinese di Runjaic. Era successo agli albori della
stagione che dopo tre vittorie di fila si pensasse di andare ad
affrontare la Roma addirittura con spirito di superiorità posto che
l’Udinese viaggiava da prima in classifica. E fu un dietrofront netto,
inappellabile: 3-0 e sogni di gloria rimandati.
E’ accaduto lo stesso un girone (quello d’andata) dopo. Due partite
senza prendere gol, un assetto promettente che ha messo in crisi
addirittura l’Atalanta, il duo Sanchez-Thauvin che annuncia scintille…
ecco finalmente l’Udinese dei sogni, quella giusta. Tutto il castello
crolla a Como, nella piovosa serata che si trasforma in un calvario:
4-1, il passivo più pesante della stagione della peggiore Udinese
della stagione, incompleta e immatura.
Quello che è successo l’han visto tutti. Oltre i rilievi
tecnico-tattici, perché sia accaduto e in questa rovinosa maniera non
è spiegabile se non ci addentriamo nella sfera mentale. E a questo
riguardo ci frulla in testa un numero: nove.
Nove come i giorni intercorsi tra la partita con l’Atalanta, giocata
davvero alla grande soprattutto nel primo tempo, e questa di Como.
Un’eternità che si è rivelata deleteria: tutti questi giorni di
ordinaria routine non sono stati gestiti al meglio, anzi hanno tolto
concentrazione e ritmo, buoni solo per consolidare l’idea di essere
forti. Abbiamo fatto tremare l’Atalanta, una delle potenze del
campionato, figurarsi se ci fa paura il Como che striscia nei
bassifondi.
Come dire che l’Udinese si è presentata a questa partita con
presupposti illusori e superficiali, finendo punita dall’applicazione,
dall’estro e dalla concretezza (finora mancata) dei comaschi: Fabregas
ha nascosto i difetti essenzialmente difensivi della sua squadra con
un assetto ultra offensivo, coraggioso al limite della temerarietà,
con almeno quattro uomini sempre alti (decisivi sull’esterno Diao e
Fadera a fiancheggiare il tignoso Cutrone) a schermare la lenta
costruzione bianconera e costringendo spesso i nostri al lancio lungo,
improduttivo mancando gli interpreti giusti per sfruttarlo sia al
centro, dove Sanchez fuori ruolo finiva devitalizzato, sia sulla fasce
per i miseri mezzi degli esterni Kamara e Modesto.
Runjaic colpevole? Colpevole di essersi fidato dei suoi, forse di non
aver capito molto delle alchimie di Fabregas come può capitare a uno
straniero che per la prima volta frequenta il calcio italiano. In
linea generale comprendiamo perché ha agito così, in ultima analisi è
stato tradito pure lui nei punti fermi che parevano acquisiti,
controfirmati dalla buona prestazione con l’Atalanta. Ecco, dunque,
Sanchez e non Lucca anche se su quel terreno imbevuto di pioggia
avrebbe fatto più comodo la potenza del giovane anziché la tecnica del
cileno. Gli si può addebitare certamente una limitata visione a
partita in corso: sotto di due gol nel primo tempo, già a inizio
ripresa avrebbe potuto cambiare modulo rinunciando al solo Kamara per
impostare la difesa a quattro e inserendo il terzo attaccante, Lucca,
supportato da Sanchez e Thuavin sulla trequarti. Perchè non l’abbia
fatto resta un mistero, posto che non c’era più nulla da perdere.
Sanchez è stato cancellato dallo scacchiere dovendo muoversi, a
squadra allungata, su porzioni di campo eccessive per i suoi mezzi. E’
mancato lui, sono mancati gli esterni, addirittura sciagurato Kamara,
che pattina e cade dando via libera all’imprendibile Diao per
sbloccare la partita dopo neanche 5 minuti. E a quel punto l’Udinese
ha capito di aver lavorato su un copione sbagliato e non è stata più
capace di voltare pagina se non nel primo quarto d’ora della ripresa,
quando è tornata in partita con il bel gol di Payero. Sprazzo
effimero, come poco è durata la superiorità numerica per l’espulsione
di Goldaniga, compensata dopo qualche minuto da quella di Solet.
Immagini inoppugnabili hanno svelato l’inadeguatezza dell’arbitro
Cosso: dei quattro gialli era buono, forse, uno solo.
Dieci contro dieci, ma con Fabregas indiavolato e ispirato nei suoi
cambi offensivi, il Como ha ripreso il sopravvento fino al trionfo
rotondo, netto, meritato, lasciando l’Udinese a meditare
sull’umiliazione e a riflettere anche sul record sgradito di cinque
autoreti, ultima quella di Bijol.
Proviamo a tirarci su immaginando che a una prova tanto deludente ne
seguirè una migliore domenica (ore 15) quando al Friuli si presenterà
la Roma di Ranieri che con la vittoria sul Genoa ha scavalcato i
bianconeri al nono posto. Più che immaginare vogliamo valorizzare la
convinzione che l’Udinese farà una grande partita, con buone
possibilità di vincerla a patto che… Che in questi giorni Gino Pozzo
si decida: prenda questo benedetto esterno, il giocatore di fascia di
pronto impiego che completi l’organico. Altrimenti resterà un’Udinese
zoppa e gli avversari, sapendolo, ne approfitteranno sull’esempio di
Fabregas.