
Udine dedica una mostra alla straordinaria opera di uno dei maestri più influenti della fotografia italiana
La fotografia di Mimmo Jodice cattura la luce indagandone i misteri, riproduce visualmente il silenzio delle città e la profondità del tempo. Una fotografia d’autore, quella di Jodice, mai approdata da protagonista negli spazi culturali udinesi, a cui sarà dedicata, a partire dalla prossima primavera e fino al prossimo autunno, una mostra inedita, nel luogo della cultura per eccellenza dell’indagine artistica udinese. Con “Mimmo Jodice. L’enigma della luce”, che troverà spazio in un suggestivo allestimento all’interno del Salone del Parlamento e di tre sale della Galleria d’Arte Antica, nel cuore del Castello di Udine dal 5 aprile al 4 novembre 2025, Udine è pronta a offrire al pubblico un’immersione totale nella fotografia di uno dei più grandi maestri dell’arte visiva contemporanea italiana.
La mostra rappresenta un’opportunità per esplorare la fotografia di Jodice come strumento artistico che supera i limiti del visibile. “Mimmo Jodice. L’enigma della luce” celebra la pratica fotografica sensibile e innovativa del maestro napoletano aprendo le porte del Castello, attraverso il profondo impatto del suo bianco e nero, a un’esposizione innovativa per l’offerta culturale udinese, un’esperienza artistica a metà tra la meticolosità della scienza applicata all’arte e la brillantezza e profondità dell’intuizione artistica. Un’occasione unica per aprire le porte dei poli museali di Udine a esposizioni di valore nazionale e internazionale.
Si tratta di un’iniziativa curata direttamente dai Civici Musei udinesi, per mano dei curatori Silvia Bianco, conservatrice del Museo Friulano della Fotografia, Roberto Koch e Alessandra Mauro, noti esperti di fotografia contemporanea, in collaborazione con Mimmo, Angela e Barbara Jodice. Un’esposizione che l’Amministrazione comunale ha inserito nel suo ambizioso progetto di portare nella città friulana eventi culturali di grande spessore artistico, capaci di attrarre cittadini, appassionati e turisti da un territorio vasto, anche oltre il confine regionale e nazionale.
“Dopo la fortunata esposizione di Gianni Berengo Gardin dello scorso anno, siamo orgogliosi di accogliere qui a Udine, in un percorso nuovo ed originale, un altro maestro del nostro tempo, Mimmo Jodice, uno dei grandi nomi della fotografia italiana”, commenta l’Assessore alla Cultura Federico Pirone. “Fotografo di avanguardia fin dagli anni Sessanta, attento alle sperimentazioni e alle possibilità espressive del linguaggio fotografico, è stato instancabile protagonista nel dibattito culturale che ha elevato e affermato la fotografia italiana anche in campo internazionale. Il suo lavoro intimo e riflessivo – aggiunge l’Assessore – è un punto di riferimento per generazioni di fotografi e appassionati d’arte, ma anche un’occasione per generare riflessioni nuove nei visitatori e per rafforzare il ruolo di Udine come laboratorio culturale”.
La mostra: un percorso tra linguaggio, silenzio e visioni metafisiche
Nato a Napoli nel 1934, Mimmo Jodice è uno dei protagonisti più significativi della fotografia italiana e internazionale. La sua carriera, segnata da una continua ricerca artistica e da una profonda riflessione sociale, lo ha portato dalle sperimentazioni concettuali degli anni Sessanta alla documentazione delle piaghe sociali, fino alle indagini più rarefatte sul patrimonio storico e artistico del Mediterraneo. La sua opera, largamente conosciuta in ambito nazionale con esposizioni nelle principali città italiane, tra cui Roma, Torino, la natia Napoli e Milano, è apprezzata anche in campo internazionale, come testimoniano le mostre personali al Louvre di Parigi nel 2011, e prima ancora Philadelphia nel 1985, Mosca nel 2004 e San Paolo nello stesso anno.
“Mimmo Jodice. L’enigma della luce” offre ai visitatori un percorso nuovo grazie a 140 opere del fotografo, realizzate tra il 1964 e il 2015. Attraverso gli scatti si potrà ripercorrere i principali temi della sua produzione artistica, tra i quali l’attenzione al linguaggio artistico, la denuncia sociale e le tradizioni della Napoli degli anni ‘70, il silenzio dei paesaggi umani, il rapporto con il passato, visioni di natura e città che superano i confini geografici in una visione artistica profonda.
Le opere esposte, provenienti direttamente dalle collezioni dello Studio Jodice e dai Musei Vaticani, spazieranno dalle sperimentazioni concettuali degli anni Sessanta fino alle immagini più recenti, esplorando il file rouge dell’intera carriera di Jodice: l’equilibrio tra l’immagine reale e la sua astrazione. Le opere, caratterizzate da un uso raffinato del bianco e nero, esplorano infatti il rapporto tra realtà e visione, tra presenza e assenza, trasformando la fotografia in uno strumento di indagine esistenziale.
La prima sezione dell’esposizione sarà interamente dedicata alla ricerca sulla tecnica fotografica, al lavoro in camera oscura, attraverso cui Jodice ha cercato incessantemente di attribuire nuovi accenti alle opere. Il maestro napoletano ha ricercato durante tutto l’arco della sua carriera un equilibrio profondo tra il bianco e il nero, smembrando e ricomponendo le sue immagini per creare visioni astratte che sfidano la percezione visiva. Questa costante sperimentazione è il cuore pulsante della sua opera, che unisce la realtà alla sua astrazione in una danza di luce e ombra.
Il percorso espositivo si sposterà poi su temi sociali e storici, con un particolare accento sul progetto “Chi è devoto”, che indaga le tradizioni popolari a Napoli negli anni Settanta. Quello di Jodice è un processo raffinato e intimo, che si arricchisce delle sue memorie personali, del suo vissuto in una città ricca e complessa come Napoli, fatta di luoghi, persone e memorie, della sua capacità di mostrarci la realtà osservata attraverso il filtro di un tempo immobile.
Le immagini scelte catturano la città in un’atmosfera sospesa e silenziosa, dove l’assenza diventa il soggetto principale in lavori al limite del metafisico. Il progetto “Vedute di Napoli” e altre serie degli anni Ottanta proseguiranno questa riflessione, con uno Jodice che fissa le angosce e i dubbi legati alla città, trasformata in un enigma senza tempo, priva di riferimenti cronologici e spaziali.
Il passato del Mediterraneo e la Natura gli ultimi temi. Attraverso gli scatti di progetti fotografici ambiziosi come “Il Polittico Villa dei Papiri” e “Anamnesi”, in cui Jodice indaga il patrimonio culturale e storico del Mare Nostrum, la mostra restituirà volti e figure che sembrano vivere, vibranti di una presenza inquietante che sfida il tempo. Infine, una sezione dedicata alla natura approfondirà il dialogo tra paesaggio naturale e costruito, mettendo in luce il contrasto tra la bellezza e la violenza degli oggetti quotidiani. Le immagini del progetto “Eden” sollevano interrogativi sulla nostra relazione con ciò che ci circonda, trasformando oggetti comuni in simboli di consumismo e alienazione.
La mostra “Mimmo Jodice. L’enigma della luce”, realizzata in collaborazione con prestigiosi partner di progetto come Mimmo Jodice Studio S.r.l., l’Università degli Studi di Udine, il CRAF – Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia e Contrasto, è possibile grazie al sostegno di numerosi partner istituzionali e privati, che confermano l’importanza dell’iniziativa per la città di Udine. Tra i sostenitori che hanno reso possibile l’evento la Regione Friuli Venezia Giulia e la Fondazione Friuli, e un supporto importante è stato offerto anche dalla Banca di Udine e la società partecipata Arriva Udine. Aggiungono senz’altro valore istituzionale anche i patrocini attribuiti della Camera di Commercio Pordenone-Udine e da Confindustria Udine.



