I presidenti Graziano Tilatti e Silvano Pascolo: «Gli artigiani saranno protagonisti del futuro. Custodi e interpreti della cultura materiale artigiana e della creatività che ne è all’origine. Serve sburocratizzazione. Dobbiamo procedere uniti e coesi». 
L’assessore regionale Bini: «Le imprese artigiane sono presidio sociale sul territorio e operano contro il declino economico e demografico». 
Il presidente Cciaa Da Pozzo: «È fondamentale il ruolo dei corpi intermedi per il dialogo fra economia e politica. A Codroipo si è firmata la fusione Cciaa Ud e Cciaa Pn. Chissà che questo incontro non sia foriero di altri processi»
Il viceministro Gava. Raccoglie sollecitazione alla sburocratizzazione e a una ridefinizione normativa dell’impresa artigiana. «In Europa dobbiamo avere oggi una visione e un obiettivo unico: salvaguardare le nostre imprese produttive e abbattere i costi energetici». 
Luigino Pozzo, presidente di Confindustria Ud, premiato con targa speciale. «Sono nato artigiano. Il mondo artigiano è serbatoio di cultura del lavoro».

Gli artigiani del Friuli saranno «protagonisti del futuro», fedeli custodi e interpreti della «cultura materiale artigiana e della creatività che ne è all’origine». Una scommessa che affrontano confermando lo spirito unitario con cui 80 anni fa, prima ancora che nascesse la Costituzione, crearono l’Unione artigiani del Friuli, oggi Confartigianato Udine e Confartigianato Pordenone. 
Sono questi gli obiettivi messi a fuoco all’unisono oggi (23 marzo) dal presidente di Confartigianato Udine Graziano Tilatti e Confartigianato Pordenone Silvano Pascolo a Codroipo, in occasione dell’apertura dell’80° della fondazione dell’associazione di categoria e della festa, per la prima volta celebrata insieme, della Giornata della Cultura Artigiana in concomitanza con la ricorrenza di San Giuseppe Artigiano. In un teatro gremito, a festeggiare la ricorrenza con gli artigiani pordenonesi e udinesi c’erano il sindaco di Codroipo, Guido Nardini, il presidente della Camera di Commercio di Pordenone Udine, Giovanni Da Pozzo, l’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, il viceministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Vannia Gava. In video collegamento è intervenuto il presidente nazionale di Confartigianato, Marco Granelli. Presenti anche il vicepresidente vicario di Confartigianato Imprese Fvg, Lino Calcina e Paolo Bressan, presidente della Zona Friuli occidentale Confartigianato-Imprese Udine. Premiato il presidente di Confindustria Udine, Luigino Pozzo, nato artigiano e oggi alla guida di Pmp, azienda internazionale.
Nei loro interventi, Tilatti e Pascolo hanno ripercorso con accenti diversi le tappe fondamentali e caratterizzati i primi 80 anni di Confartigianato, entrando quindi nelle sfide del presente e negli impegni che attendono l’artigiano del futuro.
LA STORIA
Tilatti ha ricordato, tra l’altro, l’impegno artigiano per iniziative che sono state dirimenti per tutto il territorio friulano e il suo sviluppo: la creazione dell’Esa, grazie all’interlocuzione con la neonata Regione, che nel 1976 permise di mettere subito a terra l’imperativo «prima le fabbriche e poi le case» e supportò la nascita delle zone artigianali; la nascita del Congafi, oggi Confidi Fvg, nel 1979, e nel 2022 l’impegno per giungere al Testo unico regionale dell’artigianato, una legge regionale allora all’avanguardia. Pascolo ha ricordato quel 24 agosto del 1945, quando, in territori martoriati dalla guerra, è nata Confartigianato, «nella consapevolezza che, messi a tacere i fucili, ocorreva rimboccarsi le maniche per ripartire. In quel contesto – ha aggiunto – era chiara la necessità di fare rete, di essere un sistema, per far sentire la propria voce». 
LE CRITICITÀ
L’artigianato, hanno sottolineato in vari modi Pascolo e Tilatti, è stato, è e sarà un «formidabile motore economico, una fucina di talenti, l’habitat ideale per sperimentare l’imprenditoria e formare imprenditori». Tuttavia, hanno detto i presidenti, non si può non rilevare come nel Paese permanga una certa cultura anti-impresa che rende arduo l’intraprendere. Per questo, entrambi i presidenti si sono rivolti alle istituzioni presenti chiedendo interventi che rivedano la cavillosità della burocrazia e i meccanismi complessi e farraginosi che ancora presenta. Auspicando la continuazione della collaborazione fattiva che c’è stata e che c’è con Regione e Camera di Commercio, Tilatti ha chiesto al Governo, attraverso il Parlamento, di aggiornare dal punto di vista normativo la definizione dell’impresa e dell’imprenditore artigiano per adeguarla ai tempi: non più una dimensione legata ai numeri dell’azienda, ma al valore caratteristico e identitario dell’artigiano. 
IL FUTURO
Rispetto alle sfide, Tilatti le ha declinate nei capitoli “giovani”, “nuove imprese” e “strumenti necessari” alle imprese attive, evidenziando la necessità di far comprendere e sperimentare ai giovani «la convenienza di mestieri che oggi rendono, richiedono competenze elevate e sono in grado di unire creatività e competenze tecnologiche per salvaguardare la propria differenza rispetto alla produzione degli algoritmi». Affrontato anche il tema dell’immigrazione, esprimendo «la necessità di collaborare con i soggetti che già oggi operano per un’immigrazione programmata e, soprattutto, formata». 
Un’attenzione particolare Tilatti e Pascolo l’hanno posta al rapporto con le ultime frontiere della tecnologia. «La digitalizzazione dei processi nelle realtà micro, l’utilizzo di tutta la tecnologia presente in ogni settore devono far parte della mentalità di ogni nostra azienda, indipendentemente dal comparto», ha detto Tilatti, che ha anche sottolineato la necessità «di accrescere il valore del proprio prodotto attraverso i servizi connessi», in una fase di spiccata terziarizzazione dell’economia. Pascolo si è focalizzato sull’Ai, considerandola «un attore fondamentale. L’intelligenza artificiale con l’intelligenza artigiana saprà renderci più forti». 
«Sempre più uniti e coesi, consapevoli che sono queste le caratteristiche fondamentali per rendere forte la voce di rappresentanza», ha concluso il presidente Tilatti, che ha espresso anche timore per le conseguenze degli eventuali dazi che saranno varati dagli Usa.

INTERVENTI
ASSESSORE BINI – «Le imprese artigiane sono presidio sociale sul territorio e operano contro il declino economico e demografico, in particolare nelle aree interne e montane», ha affermato l’assessore. Rimarcando l’impegno della Regione a sostegno del comparto, l’assessore ha ricordato come «dall’insediamento della giunta Fedriga (2018) sono triplicati i fondi che la Regione mette annualmente a disposizione del comparto artigiano tramite questi canali contributivi. Si è passati dai circa 4,5 mln del 2018 ai 12 mln che complessivamente vengono stanziati ora annualmente. Risorse che non hanno precedenti in Friuli Venezia Giulia». (Intervento completo da Arc)

DA POZZO – «Questo 80° richiama una grande storia di valorizzazione dei corpi intermedi, che oggi continuano a essere fondamentali per l’interlocuzione dell’economia con la politica e devono trovare una sintesi attraverso il dialogo. Qui a Codroipo la Cciaa di Ud e di Cciaa Pn si sono fuse, una condizione impensabile che invece oggi funziona e si è realizzata attraverso le relazioni interpersonali. Non si sa mai che proprio Codroipo sia foriero di ulteriori processi anche per gli artigiani e un domani ci sia un altro “ponte”, come l’attuale simbolo dell’ente camerale».

GAVA – «Condivido lo spirito espresso dai presidenti Pascolo e Tilatti: andiamo avanti insieme, con la cifra imprenditoriale che contraddistingue la nostra terra. Il Governo con la legge sul Made in Italy del 2023 ha stanziato fondi per l’innovazione e per gli Its. Dobbiamo far comprendere alle famiglie e ai giovani che, se un territorio ha bisogno di manualità, dobbiamo implementare questa formazione. Concordo con la necessità della sburocratizzazione, perché l’artigiano deve fare l’artigiano, e con l’idea di una norma che ridefinisca l’impresa artigianale. Quanto all’Europa, dobbiamo avere una visione e un obiettivo comune: salvaguardare le nostre imprese produttive, che garantiscono sviluppo. Necessario, non da ultimo, abbassare in modo sistematico le bollette energetiche».

LUIGINO POZZO – «Il momento storico è molto complesso, richiede il coraggio di decisioni importanti, che dobbiamo prendere insieme. In Europa dobbiamo essere lucidi e varare un grande progetto industriale. In questa visione due sono le dimensioni strategiche: innovazione e lavoro. Per l’innovazione dobbiamo investire molto di più, l’Usa investe il doppio della Ue; per il lavoro, l’artigianato rappresenta la cultura del lavoro di cui anche l’industria ha bisogno, contrassegnato da efficienza, qualità e tanta responsabilità. Sono nato artigiano e credo che l’artigianato sia lo zoccolo duro della nostra società e il serbatoio culturale per lo sviluppo». 

MAURIZIO MELETTI PRESIDENTE CNA FVG (impedito alla presenza per motivi di salute ha inviato messaggio) – «Stiamo vivendo un periodo molto felice delle nostre relazioni. Stiamo scoprendo insieme come la rappresentanza solida e unitaria del mondo artigiano risulti molto efficace nell’interlocuzione con le istituzioni e nella relazione con l’opinione pubblica». 


I NUMERI DELL’ARTIGIANATO UD-PN

 *A fine 2024 erano 20.690 le imprese artigiane registrate nel territorio di competenza della Cciaa di Pordenone-Udine, di cui 20.622 (il 99,7%) quelle attive: 7.433 a Pordenone, 13.257 a Udine. Tra le imprese artigiane attive in tutto il Fvg (27.657), tre su quattro, cioè il 74,6%, hanno sede nelle province di Pordenone e Udine. Il peso dell’artigianato è pari al 32% delle imprese attive totali e sale al 38,4% considerando solo le aziende extra-agricole. Gli artigiani in questo caso, cioè, sono 4 su 10. 

 *La distribuzione tra macrosettori dello stock di imprese artigiane attive è sostanzialmente allineata con la percentuale nazionale. Le costruzioni rappresentano il 37,1% a Pordenone e il 38,5% a Udine; le manifatture il 21,9% a Pordenone e il 21,1% a Udine; i servizi e altro il 41% a Pordenone e il 40,4% a Udine. 

 *A fine 2024 gli addetti nelle imprese artigiane del Friuli erano 50.479, il 12,2% degli addetti di tutto il Friuli. Il valore aggiunto prodotto dal mondo artigiano di Udine e Pordenone insieme è di 2,255 miliardi, il 9% del valore aggiunto complessivo prodotto nei due territori.

 *Restando entro i confini del mondo artigiano, Ud e Pn contano il 74,6% delle aziende artigiane Fvg, il 77% dei dipendenti e producono il 78,7% del valore aggiunto del mondo artigiano regionale.

 *Gli stock di imprese artigiane attive a fine 2024 in Fvg: 9,7% giovanili; 19,6% femminili; 20,2% gestite da nati all’estero.

 *Il fatturato delle imprese artigiane Fvg nel 2024 ha chiuso con un +2,4%, di cui +0,2% fatturato export e +2,7% fatturato mercato interno.

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