Si sono concluse a Sacile, il comune più occidentale del Friuli, le celebrazioni della 48ª Fieste de Patrie dal Friûl, appuntamento che quest’anno ha assunto un significato ancora più profondo: proprio qui, nel 1366, il patriarca Marquardo di Randeck promulgava le Constitutiones Patriae Fori Iulii, un corpus giuridico che sanciva i diritti del popolo friulano. Un momento che ha segnato la storia dell’autonomia friulana e che rende la città un simbolo della tradizione e dell’identità del territorio.

Organizzata dal Comune di Sacile, dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e dall’ARLeF – Agenzia regionale per la lingua friulana, in collaborazione con l’Istitût Ladin Furlan “Pre Checo Placerean”, la manifestazione ha vissuto momenti solenni e di forte partecipazione popolare. In piazza Sant’Odorico, la cerimonia si è aperta con l’alzabandiera della Bandiera del Friuli, alla presenza di numerose autorità civili e religiose, sindaci e rappresentanti dei comuni friulani.

Seguita dalla celebrazione della Santa Messa nella Chiesa di Sant’Ulderico, officiata in più lingue – friulano, sloveno, tedesco e veneto – a testimonianza del pluralismo culturale del territorio, la manifestazione si è poi spostata alla Loggia del Municipio per i saluti ufficiali, quindi al Teatro Ruffo per la parte civile delle celebrazioni.

Ad aprire la cerimonia l’esecuzione dell’Inno del Friuli, interpretato dalla mezzosoprano Valentina Volpe Andreazza, accompagnata al pianoforte da Ruggero Spagnol, assessore alla cultura di Sacile. A seguire, la lettura della Bolla imperiale del 1077 e il tradizionale passaggio della bandiera dal sindaco di Tarcento, Maurizio Steccati, al primo cittadino di Sacile, Carlo Spagnol, sancendo così il passaggio di testimone tra le città ospitanti.

Le voci delle istituzioni: identità, autonomia e futuro

Numerosi gli interventi delle autorità presenti. Tra questi, quello del governatore Massimiliano Fedriga, che in un videomessaggio ha sottolineato il valore storico della Costituzione friulana come «una delle più alte espressioni di autonomia istituzionale in Europa», evidenziando il modello di convivenza tra lingue e culture diverse come esempio per l’Europa contemporanea.

L’assessore regionale alla cultura Mario Anzil ha ribadito l’importanza di tramandare alle nuove generazioni i valori delle radici friulane, costruite sulla laboriosità e sulla capacità di rinascere, come avvenuto nel dopoterremoto del 1976.

Il sindaco Spagnol, nel ricevere la bandiera, ha definito Sacile un “crocevia del Friuli”, impegnata a custodire e rafforzare il legame con la propria identità attraverso il recupero delle tradizioni. Eros Cisilino, presidente dell’ARLeF, ha invece messo in luce la modernità delle Constitutiones, che già nel Trecento riconoscevano diritti significativi alle donne, segnando un progresso giuridico raro per l’epoca.

Anche la senatrice Tatjana Rojc ha esortato a continuare a investire nello studio delle lingue regionali, lodando il ruolo dell’Università di Udine, mentre l’onorevole Isabella De Monte ha fatto appello per la ratifica della Carta europea delle lingue minoritarie, ferma da oltre 20 anni. Il deputato Emanuele Loperfido, dal palco del Teatro Ruffo, ha lanciato un messaggio alle istituzioni: essere all’altezza del popolo friulano, soprattutto in vista del ritorno delle province.

Il consigliere Markus Maurmair, in rappresentanza del presidente del Consiglio regionale, ha ribadito l’orgoglio di ogni friulano: «Chi espone la bandiera del Friuli rivendica appartenenza a un popolo unito nella diversità».

Il neo rettore dell’Università di UdineAngelo Montanari, ha evidenziato l’equilibrio tra radicamento territoriale e apertura internazionale, ricordando l’importanza dell’ateneo come nodo della rete culturale friulana.

Infine, il presidente dell’Istitût Ladin Furlan, Geremia Gomboso, ha espresso soddisfazione per il cammino percorso dalla Fieste, ribadendo però la necessità di un impegno concreto per l’insegnamento del friulano nelle scuole: «Quante generazioni ancora dovranno attendere prima che questo diritto sia garantito pienamente?».

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