Dedicato alla costruzione e al restauro di strumenti ad arco, sarà guidato dal Maestro Simeone Morassi,figura di spicco della liuteria internazionale. Il Tomadini diventa così il solo Conservatorio in Italia, accanto al Santa Cecilia di Roma, ad offrire la possibilità ai propri studenti di apprendere e sperimentare una tecnica antica e ricca di fascino

 

Udine, 3 settembre 2022 – Il Conservatorio Statale di Musica “Jacopo Tomadini” di Udine amplia la propria offerta formativa e inaugura un laboratorio di liuteria.

È questa una delle novità più interessanti annunciate oggi, 3 settembre, nel corso dell’Open Day organizzato dal Conservatorio friulano. In programma, visite e incontri con i docenti per far conoscere ai giovani e alle famiglie i percorsi di studio offerti e gli spazi a disposizione degli allievi

Docente del Laboratorio sarà il Maestro Simeone Morassi, figura di spicco della liuteria internazionale. Educato alla lavorazione artistica del legno nel laboratorio del padre Gio Batta – capostipite di una dinastia che ha dato e dà voce a strumenti tra i più prestigiosi al mondo – il Maestro Morassi ha vinto diversi concorsi internazionali e ottenuto premi prestigiosi per la sua attività in Italia e all’estero.

Una sua masterclass è in programma già per il 9 e 10 settembre e in novembre partirà ufficialmente il corso con il calendario accademico, con un articolato programma che prevederà ore teoriche sulla storia e costruzione degli strumenti e ore di laboratorio dove gli allievi impareranno la costruzione degli strumenti ad arco (violini, viole, violoncelli, contrabbassi) e il restauro degli strumenti ad arco antichi.

Il Tomadini diventa così a tutti gli effetti il solo Conservatorio in Italia, accanto al Santa Cecilia di Roma, ad offrire la possibilità ai propri studenti di apprendere e sperimentare una tecnica antica e ricca di fascino. La liuteria, a partire dagli strumenti di Stradivari, è infatti da sempre considerata una delle eccellenze italiane nel mondo e gli strumenti ad arco di fattura italiana sono molto apprezzati e richiesti.

“In Friuli Venezia Giulia e nelle zone confinanti transfrontaliere non esistono attualmente scuole di liuteria ed inoltre proprio nella foresta di Tarvisio cresce l’abete Picea excelsa fissilis, il cosiddetto “abete di risonanza”, specie rara e usata dai liutai di tutto il mondo per costruire, negli strumenti di pregio, la parte anteriore della cassa armonica – spiega la professoressa Flavia Brunetto, Direttrice del Conservatorio -. L’obiettivo è di formare studenti in grado di progettare autonomamente il proprio lavoro e maturare una propria identità stilistica ed un proprio metodo professionale. Questo metodo di formazione, pratico e teorico, fa riferimento alla tradizione delle botteghe artigianali del XVII e XVIII secolo, prendendo spunto dall’attività di liuteria presente già nel Settecento nel territorio friulano.”

E infatti, una prima bottega di liuteria a Udine viene citata a partire dal 1714: si trovava in borgo Grazzano ed era condotta da Francesco Goffriller (1691-1742), figlio del più noto Mattia e nipote del liutaio tirolese Martin Kaiser. Altri nomi eccellenti di origine friulana che hanno onorato l’arte liutaria sono Francesco Gobetti (1675-1723) e soprattutto Santo Serafino (1699-1776) autore di preziosissimi violini conosciuti in tutto il mondo, e in età più recente Gio Batta Morassi (1934-2018) e Sergio Peresson (1913-1991), autore di un magnifico violino, chiamato “Sergio”, che è stato affidato dal Comune di Udine, che ne è proprietario, al Conservatorio “Jacopo Tomadini”, per essere dato in uso agli studenti particolarmente meritevoli.

“Istituire un corso di liuteria all’interno del Conservatorio può essere volano per molte attività ed arricchisce l’offerta formativa del Conservatorio stesso, che già prevede nei piani di studio dei trienni accademici la materia “Storia degli strumenti ad arco ed elementi di liuteria – sottolinea la professoressa Brunetto – Il corso di liuteria sarà rivolto non solo a studenti interni maggiorenni ma anche ad allievi stranieri in Erasmus e a studenti esterni al Conservatorio, sia italiani, sia provenienti dall’estero, in particolare dalla Carinzia, dalla Slovenia e dalla Croazia”.

 

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