Giovanni da Udine,in scena la seconda replica del Malato immaginario.
E per la terza serata sorrisi e allegria, ma anche un pizzico di amarezza.
La storia è celebre: Argante è convinto di essere un malato inguaribile,abbisogna di medici raffinati e preparati.
E qui quattro lezioni.
La prima: non siate ipocondriaci, vivrete male !
La seconda:qualche volta la scienza non paga.
Signori medici…non sempre avete convinto…e questo vale per tutti i tempi storici ..anche per i nostri. Mi adeguo ma non vi credo del tutto.
La terza: si può ironizzare su uomini e donne.
E magari scherzando di può capire i veri sentimenti e le finzioni.
La quarta: l’uomo vive solo e muore solo…in definitiva,non facciamoci molte illusioni.
C’è la risposta cristiana che è diversa,ma non è il caso Molière.
Accanto a Solfrizzi un cast di altissimo profilo,attori bravissimi e grandemente coinvolgenti.
Se il teatro è finzione loro sono verità incontrastante, dinamica e vitalissima .
Stupenda scenografia (Fabiana Di Marco) un castello di legno per le medicine,quasi simbolo di un castello costruito nella testa del malato sano. E a forza di costruire…si sale.
Tre serate intensissime.
Applausi anche oltre la chiusura del sipario.
Vito Sutto

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