VajontS 23, il 9 ottobre 2023, a 60 anni dalla tragedia
azione corale di teatro civile in 130 teatri in contemporanea
TEATRO CONTATTO porta in scena VAJONTS 23 a UDINE CON
Roberto Anglisani, Fabiano Fantini, Rita Maffei, Nicoletta Oscuro
con la partecipazione di cittadine e cittadini
al termine ospite speciale Davide Enia
Trent’anni fa Il racconto del Vajont era la voce e il corpo di Marco Paolini. La sera di lunedì 9 ottobre 2023, nel 60esimo anniversario della tragedia del Vajont, diventerà VajontS 23, azione corale di teatro civile messa in scena in contemporanea in 130 teatri dall’Alto Adige alla Sicilia e all’estero. Ciascuno realizzerà un proprio allestimento di VajontS 23 a partire dalle peculiarità del suo territorio. E poi, tutti si fermeranno alle 22.39, l’ora in cui la montagna franò nella diga.
A Udine dalle ore 21 al Teatro Palamostre, Vajonts 23 sarà messo in scena dalle attrici Rita Maffei, Nicoletta Oscuro e dagli attori Roberto Anglisani, Fabiano Fantini, con la partecipazione dei cittadini e delle cittadine Chiara Mantesso , Marco Bodini, Emma Montanari, Elisa Modonutti, Marzia Gentili, Donatella Mazzone, Fedra Modesto, Marco Gennaro, Cinzia Cisilino, Riccarda De Eccher, Elisabetta Englaro.
Al termine ospite speciale a Udine il drammaturgo e attore palermitano Davide Enia.
La serata al Palamostre è una produzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG realizzata in collaborazione con ERT Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia. Sponsor dell’evento è AMGA Amga Energia & Servizi, Società del Gruppo Hera
«Sostenibilità e valore condiviso costituiscono due assi portanti nella strategia di sviluppo del Gruppo Hera” afferma Albino Belli Direttore di Estenergy. “Il sostegno a questo evento, anche per l’elevato valore simbolico, è coerente con le azioni di sensibilizzazione che ogni giorno ci vedono impegnati nel percorso verso la transizione energetica. Siamo consapevoli che per raggiungere gli sfidanti obiettivi fissati dall’Agenda ONU 2030 serva il contributo di tutti. Per questo siamo in prima fila con Amga Energia & Servizi”.
La storia del Vajont riscritta, 25 anni dopo il racconto televisivo, da Marco Paolini con la collaborazione di Marco Martinelli, drammaturgo e regista del Teatro delle Albe, non è più solo un racconto di memoria e di denuncia sociale, ma diventa una sveglia. La narrazione di quel che è accaduto si moltiplica in un coro di tanti racconti per richiamare l’attenzione su quel che potrebbe accadere. «Quella del Vajont – spiega Paolini – è la storia di un avvenimento che inizia lentamente e poi accelera. Inesorabile. Si sono ignorati i segni e, quando si è presa coscienza, era troppo tardi. In tempo di crisi climatica, non si possono ripetere le inerzie, non possiamo permetterci di calcolare il rischio con l’ipotesi meno pericolosa tra tante. Tra le tante scartate perché inconcepibili, non perché impossibili».
Grandi attori e allievi delle scuole di teatro, teatri stabili e compagnie di teatro di ricerca, musicisti e danzatori, maestranze, personale e spettatori arruolati come lettori si riuniranno nei posti più diversi, dallo Strehler di Milano ai piccoli teatri di provincia, a scuole, chiese, centri civici, biblioteche, piazze di quartiere, dighe e centri parrocchiali. Ciascuno realizzerà un proprio allestimento di VajontS 23 a partire dalle peculiarità del suo territorio. E poi, tutti si fermeranno alle 22.39, l’ora in cui la montagna franò nella diga.
VajontS 23 sarà come un canovaccio. Ci sarà chi lo metterà in scena integralmente, chi lo userà come uno spunto e lo legherà alle tante tragedie annunciate che si sono succedute dal 1963 a oggi: in Toscana l’alluvione di Firenze del 1966, in Piemonte si racconterà di quando il Po e il Tanaro esondarono nel 1994, in Veneto delle alluvioni del 1966 e del 2010, in Campania della frana di Sarno del 1998, in Friuli degli incendi del Carso nel 2022, in Alto Adige della valanga della Marmolada del 3 luglio del 2022 e in Romagna dell’alluvione di maggio.
La rete di Vajonts 23 nasce da un’idea di Marco Paolini per Fabbrica del Mondo ed è realizzata da Jolefilm con la collaborazione di Fondazione Vajont.