PASSIONE E CONDIVISIONE

Michele Antonutti Brand Ambassador Apu Udine

Mercoledì 7 febbraio abbiamo avuto la possibilità di ospitare nel nostro studio Michele Antonutti, amato ex capitano dell’Apu Udine, per una bella intervista sul nuovo ruolo all’interno della società e sui suoi impegni futuri.

Ne è uscito, ancora una volta, il ritratto di una grande persona che crede in quello che fa e che può essere d’esempio alle future generazioni.

Ecco il testo integrale dell’intervista.

Antonutti sei stato uno dei primi friulani a comparire nella famosa rivista “Forbes”. Ci vuoi raccontare qualcosa? 

È stata veramente un’emozione particolare perché, entrare in un giornale che è il numero uno per riviste su classifiche economiche di persone sportive e di personalità anche rilevanti nel mondo ha dato in me veramente una grande motivazione ed è un punto di partenza sicuramente. Si parla soprattutto del mio ruolo di brand Ambassador che è un ruolo nuovo nella pallacanestro italiana, il primo ruolo e in quest’ambito sicuramente c’è tanto da lavorare per il nostro sport. Nel calcio e nella pallacanestro straniera è un ruolo che è già molto seguito, mentre in Italia è un ruolo che sta iniziando a nascere adesso. Ecco, questo ruolo è importante perché rappresenti una società, un’azienda, una società sportiva che non è solo i quaranta minuti che si vedono nel campo alla domenica, ma un modello socio- educativo, un’azienda che è importante per la società e per la crescita delle generazioni future.

Ecco, questo è un ruolo importante perché oggi il comunicare coi giovani, il comunicare con le istituzioni, il comunicare con la Lega e tutto ciò che rappresenta poi la palla spicchi è sicuramente un qualcosa che, nella futuribilità anche di un marchio, risulta fondamentale. 

Questa è un’avventura molto interessante ed emozionante perché prima si pensava da giocatore, quindi il mio lavoro è stato per oltre vent’anni sui parquet, oggi, invece, è un lavoro di front office, quindi un lavoro che non pensa più all’attività sportiva personale, quindi un obiettivo più singolo, adesso si pensa più ad un’azienda ad un gruppo di persone, un gruppo di lavoro quindi è sicuramente un lavoro molto emozionante. 

Carissimo Michele, sappiamo che ci sono vari progetti tra cui il palazzetto dello sport che sarà senz’altro più grande, più bello e più interessante. Ci sono grosse motivazioni dietro a questo ampliamento del palazzetto, ci vuoi raccontare qualcosa?

Il progetto palasport 4.0 è sicuramente un fiore all’occhiello per la nostra regione; si tratta di un impianto che verrà realizzato e gli ultimi passaggi per l’esecutivo saranno in questo periodo, quindi siamo molto vicini all’inizio dei lavori. Si tratta di un progetto importante perché costruito poi vicino allo stadio Friuli, è uno stadio innovativo e che guarda le futuribilità che ci sono in Europa, quindi si tratta anche non solo di sport, ma di un punto di incontro importante per una città e non solo, ma anche per una nazione intera dato che il Friuli e Udine, precisamente, sono all’incrocio della parte mitteleuropea; quindi si tratta di coinvolgere non solo il Friuli Venezia Giulia, ma una fetta importante dell’Europa.

Sappiamo che oggi è importante una visuale anche verso il Green, verso la sostenibilità, quindi il palazzetto avrà tutte le caratteristiche per essere sostenibile e poi si tratta di dare infrastrutture nuove ai ragazzi, ai giovani e alla parte femminile perché l’Apu ha anche una quota rosa che è molto importante. Poi si seguirà anche il discorso di concerti all’interno, ci saranno delle terme e ci saranno anche dei momenti di svago per i ragazzi; quindi, intorno ad un palazzetto, non c’è solo una costruzione edile, ma c’è un insieme di emozioni, di attività, di passione che coinvolgeranno moltissime attività sia per i giovani che per tutta la città.

Nei tuoi discorsi hai messo in evidenza anche l’importanza della presenza dei giovani e questo è un punto di forza anche della società perché sta curando con la Mini Apu il progetto dei bambini che, fin da piccoli, li porta al Palasport e anche tu spesso incontri i giovani sia nelle scuole sia hai fatto un incontro recente adesso con gli studenti più grandi. 

Allora, la parte più importante, più di vita, più di energia, più di futuro per una società è la parte dei giovani; se non c’è un settore giovanile importante, un settore in cui viene considerata importante la parte dell’emozione dei più piccoli, la parte di far conoscere uno sport, i suoi valori, l’etica nelle scuole, far capire ai ragazzi che lo sport non è solo gioco, ma anche uno stile di vita, è uno stile di comportamento, è sottolineare certi valori tipo la tolleranza, il rispetto, ecco lo sport racchiude tutti questi concetti e quindi credo che l’Apu come società principale della pallacanestro nella nostra città abbia anche questo dovere, quindi c’è una grande attenzione, c’è un grande investimento nel settore giovanile, ci sono le squadre dall’under 19 fino all’under 13, poi c’è una sezione di mini basket e poi c’è una parte femminile, quindi si considera che c’è un altro grande mondo oltre a quello della serie A e questa credo che sia la parte più importante perché è la parte che dà gioia, dà energia, dà passione e una motivazione per andare avanti perché dico sempre che un giovane ragazzo che indossa la maglia dell’Apu e va a scuola e porta i colori bianconeri a scuola è importante e rappresenta il marchio Apu come un giocatore importante della serie A, non c’è differenza. Questo è l’obiettivo che ogni piccolo giocatore che ha la palla in mano deve avere quando indossa i nostri colori.

Oggi sappiamo che non è facile trovare interesse, dare motivazioni ai giovani però sappiamo che lo sport è il veicolo più importante. Ecco, tra le tante cose l’Apu mette in primo posto anche questo.

Sempre legato al discorso delle emozioni e della partecipazione è il legame che si sta creando in questo periodo con la squadra perché c’è sempre più gente che viene a vedere i ragazzi alle partite e che li trascina e si fa trascinare dalla grinta che loro mettono in campo; anche questo è molto importante per creare un’unione in vista di obiettivi futuri. 

Udine non pensa solo ai risultati, non pensa solo a creare una squadra importante, ma pensa a creare una sinergia con la propria città e vedere un palazzetto in cui ci sono moltissimi giovani, moltissimo ricambio generazionale fa veramente molto piacere e crea un ambiente proprio familiare in casa.

Se io penso che Udine ha creato una curva opposta alla curva ufficiale dedicata ai ragazzi in cui ci sono tutti i piccoli atleti o delle scuole o delle società che fanno parte del mondo Apu o della pallacanestro in generale, fa molto piacere. Sappiamo che i ragazzi ci tengono a venire alla partita e far vedere i loro disegni, farci conoscere le loro passioni, chi sono i loro giocatori preferiti. Ecco si crea una sinergia non solo poi coi ragazzi, ma anche coi genitori che li accompagnano; questo crea veramente un’emozione perché la palla a spicchi è condivisione ed è gioventù e quindi vedere un palazzetto che non porta solo persone appassionate di basket, ma anche persone che si affacciano al mondo dello sport per la prima volta per noi è un grande motivo di orgoglio.

Ascoltando le tue parole traspare proprio la passione che tu hai sempre messo giocando e adesso la metti in questo nuovo ruolo, ma credo che sia la parola d’ordine quando pensiamo alla tua carriera e a quello che adesso è il tuo lavoro futuro. Se ci puoi raccontare un po’ l’emozione riassunta anche nel pallone che stai portando oggi per l’intervista, da giovane bambino come hai iniziato all’inizio per diventare, poi, un grande campione per rappresentare adesso la nostra città e la nostra società.

Questo è un bellissimo pallone celebrativo che mi è stato regalato in cui c’è la prima coppa che ho vinto con una squadra giovanile udinese fino alla Coppa Italia poi che è stata vinta che è l’ultimo trofeo importante vinto dall’Apu Udine.

Quando parlo ai giovani quando parlo coi ragazzi, metto sempre una parola in primo piano che è la passione, la passione mi ha contraddistinto tutta la carriera e mi è servita principalmente per due cose: una perché nei momenti negativi mi ha aiutato a non mollare e l’altra perché nei momenti positivi mi ha permesso di non esaltarmi ma di rimanere coi piedi per terra.

Ecco io dico sempre: ragazzi giocate con passione, studiate con passione, conoscete il mondo con passione. Se fate questo, sicuramente avrete delle motivazioni in più, avrete la voglia di mettervi in discussione, di avere un’autostima diversa. La passione è una grande energia, ci serve a tutti noi; anche noi che giochiamo da professionisti da una vita, se ci finisse la passione, si vedrebbe subito e la passione è un grande motore quindi penso che tu sia un giocatore di serie A o che tu sia un piccolo ragazzo, quel filo comune deve sempre rimanere e, credetemi, che adesso anche all’età ormai non più giovanissima quella passione, quell’ardore c’è sempre all’interno di me.

Gianni e Alessandra

Michele Antonutti Brand Ambassador Apu Udine
Michele Antonutti Brand Ambassador Apu Udine

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