Una pausa che ci è sembrata interminabile ma il Giovanni da Udine è riapparso con la sua incantevole recitazione, Nistri e Bevilacqua, con le anime poetiche intense di Edgar Lee Master e Pierluigi Cappello, con il Coro Polifonico di Ruda.
E come pensare ad un ritorno piu’ maestoso, piu’ generoso, con Eros Pagni sul palcoscenico e non è mancato nemmeno Peter Brown per quel tocco di internazionalità e di richiamo storico alla Londra del periodo della peste che doveva non mancare.
Cosi sabato scorso è ripartita la storia del Giovanni da Udine, fermo causa quel che si sa, ma vivo e operativo in tutto il periodo di chiusura, perché la cultura non si ferma mai, e il teatro appartiene a quella parte della cultura che è sferica, appunto, circolare, che crea se stessa, ruotando, anche quando nessuno se ne accorge.
Appassionate e sommesse le letture, intenso il Coro diretto da Fabiana Noro, persuasivo il volo storico del prof Brown, lo spettacolo è stato un viaggio metaforico -come ha detto il Presidente Nistri- dal buio alla luce. Lo spettacolo è vivo solo se è dal vivo, nessun web, nessun on line lo puo’ sostituire. Lo sappia anche la Regione Friuli Venezia Giulia, il Giovanni da Udine è luce e se la luce non serve ad illuminare a che cosa serve?
Vito Sutto