UDINE – Il Museo Friulano di Storia Naturale e il Museo Etnografico dei Civici Musei di Udine hanno aperto al pubblico la mostra dal titolo “Origine dei saperi scientifici in Friuli: la meteorologia da Girolamo Venerio ad Ardito Desio”. L’esposizione intende raccontare la nascita del pensiero scientifico in Friuli, con particolare riguardo alla meteorologia, attraverso alcune figure di studiosi che si sono distinti in questo campo. In Europa, tra XVIII e XIX secolo, gli ambienti di provincia furono delle fucine intellettuali di prima grandezza, spesso di molto superiori ai grandi centri. Udine fu uno di questi. Particolare rilievo sarà dato alla figura di Girolamo Venerio (Udine 1777-1843), mettendo in risalto la sua attività scientifica nell’ambito della meteorologia. Girolamo Venerio, a cui è dedicata una delle principali piazze cittadine dove avevano sede la casa di famiglia e l’osservatorio meteorologico, era noto come agronomo, possidente e filantropo, ma fu soprattutto uno scienziato. È considerato a tutti gli effetti il padre della meteorologia in Friuli per avere sviluppato importanti ricerche in questo campo e valorizzato gli aspetti applicativi.
“Ritengo che fosse doveroso, da parte della nostra città, dedicare un’esposizione alla figura del grande friulano che è stato Girolamo Venerio e, allo stesso tempo, alla straordinaria attualità delle sue ricerche”. Sono le parole del Sindaco Pietro Fontanini. “Con lui – ha proseguito il Sindaco – prende il via una lunga tradizione di ingegni che, culminando nel lavoro di Arturo Malignani, farà del Friuli una terra di pionieri nel campo della ricerca in ambito scientifico e tecnico. Non posso che augurarmi che questa esposizione venga visitata dai ragazzi delle scuole e apprezzata al punto da diventare fonte di ispirazione nella scelta del percorso degli studi universitari da intraprendere”.
“Questa mostra – ha aggiunto l’Assessore Fabrizio Cigolot – che si articola in due esposizioni autonome ma strettamente legate tra loro, intende non solo rendere omaggio ai grandi friulani che, col loro lavoro, hanno saputo dare un impulso deciso allo sviluppo della ricerca scientifica al punto da diventare figure di riferimento a livello internazionale nel proprio ambito ma anche mostrare come la scienza e la tecnica possano e debbano essere messe al servizio della collettività”.
Il percorso espositivo si svilupperà su due sedi. Il salone del piano nobile di Palazzo Giacomelli, sede del Museo Etnografico del Friuli, ospiterà la parte introduttiva della manifestazione, dove saranno descritte la nascita del sapere scientifico in Friuli con riferimento soprattutto alle Scienze della Terra e alla misurazione del territorio. Saranno inoltre introdotte la figura di Girolamo Venerio, con le sue conoscenze meteorologiche applicate all’ambito agricolo, finalizzate alla soluzione di problemi concreti e al miglioramento delle condizioni di vita del territorio friulano. Saranno inoltre ricordate le figure del naturalista Anton Lazzaro Moro (1687-1764), Antonio Zanon (1696-1770), Fabio Asquini (1726-1818), Giovanni Marinelli (1846-1900) e Arturo Malignani (1865-1939).
Al Museo Friulano di Storia Naturale, invece, ampio spazio sarà dedicato specificatamente alla meteorologia, con l’esposizione degli strumenti con cui Girolamo Venerio raccolse i dati climatici, inserendoli nel contesto degli studi meteorologici dell’epoca.
La mostra sarà quindi un’occasione per approfondire la storia “climatica” della nostra Regione, le applicazioni pratiche dello studio della meteorologia, per arrivare fino a uno dei temi più dibattuti a livello mondiale, ovvero il “cambiamento climatico”.
Il cambiamento climatico in atto è marcato da un significativo aumento delle temperature che porta, fra l’altro, ad un incremento degli eventi estremi. Il nostro Paese, Friuli compreso, mostra i segni di questo cambiamento e, purtroppo, porta anche le ferite conseguenti a questi episodi: un esempio è la tempesta “Vaia” che ha sfigurato l’area montana con venti che hanno superato 200 km/h. La disponibilità dei dati raccolti da Girolamo Venerio, e successivamente quelli di Arturo Malignani, permettono di effettuare un confronto con quelli successivi e disegnare quindi l’andamento, ad esempio, delle temperature medie per la città di Udine con una serie lunga oltre due secoli (pur con un’interruzione a metà Ottocento).
Tra gli obiettivi dell’esposizione c’è quello di dare risalto alla documentazione disponibile e di trasferire i principi di eco-sostenibilità ad un pubblico sempre più vasto. Il Museo Friulano di Storia Naturale partecipa infatti, in qualità di Museo beginner, al progetto MUSEINTEGRATI, impegnandosi a svolgere l’importante funzione di soggetto promotore per l’adozione di buone pratiche di sviluppo sostenibile locale.
I materiali e la documentazione esposti provengono dai depositi del Museo Etnografico del Friuli, del Museo Friulano di Storia Naturale, dalla Biblioteca Civica “V. Joppi”, dalla collaborazione con l’Osmer ARPA FVG e di alcuni collezionisti privati.
L’esposizione è stata progettata in base alle indicazioni fornite dalla normativa italiana in termini di accessibilità e alle linee guida del Progetto europeo di accessibilità museale COME-IN!. Il percorso è stato ideato, adottando delle scelte progettuali di eco-sostenibilità, attraverso l’uso di materiali che comunichino i valori della sostenibilità ambientale, dall’utilizzo di materiali riciclabili alla definizione di un progetto che preveda il recupero e il riutilizzo di buona parte degli elementi che compongono precedenti allestimenti.
L’ingresso per la vista al Museo Etnografico del Friuli sarà a pagamento, mentre al Museo Friulano di Storia Naturale a titolo gratuito. Le mostre saranno integrate in un unico percorso che va dal Museo Etnografico del Friuli al Museo Friulano di Storia Naturale, ma visitabili anche singolarmente.