Se essere re è difficile, essere finti re sembra possibile,tanto il mondo di ipocrisia sul quale è retta la società borghese del primo novecento consente anche una carnevalata cosi clamorosa e assurda.
L’Enrico IV di Pirandello è celeberrima opera del letterato agrigentino: una festa in maschera, alcuni amici vogliono ricostruire la storia dell’Imperatore che si reco’ a Canossa a chiedere perdono al Papa, (lotta per le investiture, fine secolo mille).
Cavalcata, uno degli amici fa cadere da cavallo il finto Enrico che rimane toccato nel cervello e vuole continuare ad essere l’Imperatore anche quando guarisce e convoca i vecchi amici che arrivano mascherati, perche’ e’ stato detto loro che i pazzi vanno assecondati. Qui la vendetta , Enrico uccide colui che lo ha spinto da cavallo e ha sposato la sua fidanzata di quei giorni (anch’ella presente in sala e interprete vent’anni prima della mascherata finita in tragedia).
Dovrà continuare a fingersi pazzo per sfuggire la giustizia.
Tutti prigionieri di quella vicenda.
Il gigantesco Eros Pagni è stato l’Enrico IV , Anita Bartolucci la marchesa, Paolo Serra il Belcredi che spinse Enrico, tutti attori avvolti nella parte quasi misticamente a celebrare la grandezza di Pirandello, per la regia di Luca De Fusco.
Scene e costumi di Maria Crisolini Malatesta .
Voce potente di Pagni, il grido della rabbia e della miseria umana.
Vito Sutto