Caterina Marino è protagonista assoluta,sua la regia e la drammaturgia, lei sul palco, un monologo recitato con rabbia e dolore, qualche intuizione di improvvisazione, in una scenografia essenziale e scarna. Ma c’è anche un bravo e silenzioso Lorenzo Bruno sul palcoscenico,simbolo di quell’aiuto che tutti vorremmo dare ai sofferenti.
Non si vede, la protagonista, né nel suo presente né nel suo futuro.
La bussola è impazzita, scriverebbe Montale,e il calcolo dei dadi più non torna, e allora mi lasciò vestire, perché io sono disordinatamente mezza nuda, una nudità poco attraente, una spogliata spossatezza, la speranza non viene dall’esterno, nessuno mi può aiutare.
E la.mia rabbia gridata è senza risposta.
Povera lei, sguardo nel vuoto, vulnerabile ogni giorno di più.
Disperata in un mondo di tsunami politici e reali, a che serve danzare?
Segnalata speciale al Premio Scenario 2021 l’opera affascina e travolge di malinconia il pubblico Festil.
Una pagina di rabbia dolorosa si insinua tra le poltroncine di un teatro di provincia,ma ilmale di vivere è universale, e il naufragio è senza spazio né tempo.
Vito Sutto